lunedì 24 luglio 2023

MATRIOSKA - Regia di Cinzia Cordella

Indubbiamente “Matrioska”, in scena al Teatro Vascello il 23 e il 24 luglio, è uno spettacolo che si adatta perfettamente al contesto di questo prestigioso Festival diretto a Roma da Fabio Galadini e che vede competere ben ventuno compagnie per altrettante drammaturgie inedite. Spettacoli della durata massima di cinquanta minuti ospitati in alternanza in tre illustri teatri della capitale: il Teatro Vascello, il Teatro Sala Umberto e il Teatro Parioli. Il Fringe Festival da sempre è un'occasione speciale per poter accendere i riflettori sul teatro indipendente e su quella compagine teatrale che non vive di fondi pubblici, di finanziamenti e di supporti istituzionali. 

Il seme dal quale è scaturita l'idea di “Matrioska”, come mi spiega l'autrice e regista Cinzia Cordella, è stato uno studio durante un seminario con un noto acting coach, di alcuni testi di Strindberg incentrati sul concetto di spiritualità, con i quali l'artista si è cimentata nella sperimentazione. Da tale lavoro è sorta l'idea di costruire uno spettacolo narrativo/performativo il cui concept fosse proprio una riflessione profonda sulla spiritualità, la mancanza d'amore, il disagio emotivo che pesa su l'esistenza. 

La Cordella sceglie di giocare col pubblico attraverso l'espediente drammaturgico del metateatro con la complicità del compagno di scena Gabriele Guerra (il regista fittizio) e Paolo Ricci (il vero tecnico audio luci). Lo spettatore ha la sensazione di assistere alle prove di una pièce, di essere presente nel momento dell'atto creativo. Mentre i tre tessono l'allestimento, lo spettacolo di fatto si sta realizzando. Un gioco che funziona poiché sin da subito lo spettatore non si domanda “cosa sto vedendo” ma “cosa sto vivendo?” L'autrice e interprete raccoglie citazioni ed estratti di opere assemblandoli in una sorta di flusso di coscienza, accompagnandosi nel suo viaggio da suggestioni sonore e visive composte di musiche, echi, luci, videoproiezioni che la avvolgono riempiendo lo spazio scenico. 

Un viaggio esistenzialista che percorre il pensiero di numerosi personaggi illuminati della storia dell'umanità come Einstein, Giordano Bruno o William Blake. Viaggio che si declina in varie forme tra performance, narrazione ed elementi di teatro danza. E' il pensiero che genera la materia e non viceversa. Da dentro a fuori. Questo il perno della messinscena. Se l'uomo riuscisse a connettere il proprio pensiero alla grandezza della natura che lo circonda e che gli è stata messa a disposizione, sublimerebbe la divinità potenziale che è dentro di sé. Viviamo la nostra esistenza come criceti che girano in una ruota. Iniziamo la nostra avventura terrena con gioia per poi restare intrappolati in mille sovrastrutture culturali. Molto simbolico e intimo è il momento in cui l'attrice insieme al finto regista, in un momento di “pausa” dalle prove, giocano a bruciare sulla fiamma di una candela tanti bigliettini sui quali sono citati proprio i principali “pensieri parassiti” che ci schiavizzano: bassa autostima, paure, traumi infantili etc. 

Altrettanto simbolica è la spettacolarizzazione della crocifissione di Cristo, inteso come summa del concetto di spiritualità. Emblema dell'uomo che, intercettando la via giusta per padroneggiare la mente ed entrare in contatto con l'universo, viene considerato pazzo e quindi eliminato. Sapiente la forma e la cronologia scelta per districare una matassa di idee e concetti che potrebbero risultare ostici, ma in questo caso il collante che unisce la struttura dell'opera, la buona presenza scenica, l'abile uso del corpo, dello spazio e il ritmo incalzante, rendono tutto fruibile. Tutto l'impianto concorre nell'intento di infrangere, anche se per soli cinquanta minuti, la pigrizia mentale che può pervadere anche lo spettatore più savio, piantando il seme per un esame più profondo.

Susy Suarez 


MATRIOSKA

di e con Cinzia Cordella

con la partecipazione di Gabriele Guerra