venerdì 28 settembre 2012

CRONACHE D'UN UOMO D'AFFARI IN TEMPO DI GUERRA - Regia Roberto Pappalardo (Recensione)


     Lo spettacolo “Cronache d'un uomo d'affari in tempo di guerra”, è in scena al teatro Vittoria dal 27 al 29 settembre, e partecipa alla nuova edizione del concorso “Salviamo i Talenti”, un'iniziativa che ha l'intento di dare la possibilità a talenti ancora sconosciuti di mettere in scena per tre serate la propria opera.Gli spettacoli in concorso sono quattro, e concorreranno per aggiudicarsi il Premio Attilio Corsini. La giuria sarà composta dal pubblico stesso che, dopo aver assistito a tutti e quattro gli spettacoli, sceglierà il suo preferito. Insieme alla giuria del pubblico ci sarà anche una giuria di addetti ai lavori: produttori, registi, direttori di doppiaggio, direttori di teatro… affinché, oltre a dare il loro parere di esperti, abbiano l’occasione di conoscere dei nuovi talenti che potrebbero così trovare delle opportunità di lavoro. Una lodevole operazione che cerca di essere anche uno stimolo per il pubblico, direttamente coinvolto nell’importantissimo compito di scegliere il suo Teatro e il Teatro di domani. Per agevolare una partecipazione che sia la più ampia possibile, il costo dell’abbonamento per i quattro spettacoli sarà di soli 20 euro e darà diritto a far parte della giuria. Tra gli spettatori che comporranno la giuria verrà sorteggiato un abbonamento in omaggio per la stagione 2012/2013 del Teatro Vittoria.
Questo spettacolo in concorso ci porta in Polonia tra il 1935 ed il 1945. Il protagonista è un imprenditore coraggioso e spregiudicato, intenzionato a trarre il massimo profitto dalla situazione bellica. Riesce, grazie ai suoi abili intrallazzi, a stringere solidi rapporti d'affari con i nazisti che occupano la Polonia. Apre una fabbrica e per la produzione utilizza manodopera ebrea. Con il passare del tempo e il crescere delle persecuzioni la sua fabbrica dà rifugio ad un numero crescente di ebrei, che così sfuggono alla deportazione nei lager e a morte sicura. L'industriale finisce per trovarsi sempre più coinvolto in un sistematico impegno umanitario teso a salvare vite umane, ricorrendo a questo scopo anche alla corruzione dei gerarchi nazisti ed all'imbonimento di un crudele comandante del campo di sterminio di Cracovia, al quale riesce a sottrarre parecchi internati. A guerra finita l'imprenditore-eroe ha esaurito completamente il suo patrimonio, ma ha salvato più di mille ebrei e a lui andrà per sempre la loro riconoscenza e quella dei loro discendenti. Chiaramente tratto dal libro “La lista” di Thomas Keneally, dal quale Spielberg a sua volta ha tratto il suo ancor più noto e pluripremiato film “The Shilner's list”. La trasposizione scenica di un lavoro dalla simile mole di contenuti, immagini ed emozioni, potrebbe apparire pretenzioso, di certo non semplice, motivo per cui ho trovato pregevole il modo in cui in questa piecè si sia riuscito a condensare una storia tanto appassionante, proprio perchè non si limita ad essere solo una semplice narrazione del dramma dell'Olocausto; quest'ultimo, anzi, sembra fare da sfondo a ciò che viene narrato. Attraverso la raffigurazione di vari personaggi, si afferma la trasversalità di un dramma che va oltre le nazionalità dei popoli, e che ha riguardato tutta l'umanità. Ne esce fuori un lavoro alleggerito dall'originale crudezza. Il narratore che fa da raccordo è l'umile contabile ebreo della fabbrica, che attraverso la sua macchina da scrivere, ci guida nello spazio e nel tempo dell'azione. Ottima la scelta delle musche che contrappuntano i momenti più emozionanti, lì dove le parole non sono necessarie. Nonostante la sintesi i personaggi non perdono il loro spessore e la storia si dipana con equilibrio riuscendo a raggiungere atmosfere di grande intensità emozionale soprattutto nell'ormai ai più conosciuto finale, che non può non smetter di commuovere ricordandoci che “Chi salva una vita salva il mondo intero”.
Susy Suarez

P.S.
Queste sere andate al Vittoria! Salvate i talenti!

Cronache d'un uomo d'affari in tempo di guerra”
con
Mario Merone
Pio Stellaccio
Roberto Pappalardo
Silvia Imperi
Maria Scorza

scritto e diretto da Roberto Pappalardo
costumi e scene: Stefania Pisano
musiche originali: Pascal Marchese