martedì 26 febbraio 2013

FAIR PLAY- Sei disposto a fermare il gioco?



Un film gratuito, un sito e una piazza virtuale per chi, contro questa crisi, ci mette la faccia e gioca corretto
Quattro storie italiane. Quattro storie, purtroppo, basate sulla verità. E’ questo il claim di FairPlay (dall’inglese, letteralmente, gioco corretto) un progetto no-budget e gratuito nato dalla volontà di Marco Reale, regista e attore.
Un film, ma non solo, in uscita il 21 marzo che sarà disponibile online gratuitamente su www.fairplaymovie. org per tutti coloro che avranno voglia di vederlo, parlarne o creare attorno alla proiezione dibattito e movimento.
Un padre di famiglia che si ritrova in mano agli strozzini per pagare le tasse della sua azienda ormai fallita; una ragazza madre laureata che per non accettare stage e lavori sottopagati si ritrova alla Caritas; una mamma e moglie alle prese con un avviso di pignoramento e una fabbrica che non paga il marito causa crisi; due giovani autori che decidono di fare un film per lanciare un messaggio dimenticato e fondamentale: senza solidarietà, senza fair play, non si va avanti.
Da queste storie partirà un sito internet che non sarà solo il luogo dove scaricare gratuitamente la pellicola, ma una piazza virtuale dove si incontrerà chi vuole metterci la faccia, chi vuole giocare corretto.
Fair Play diventerà una piccola web-tv che offrirà interviste ad avvocati, commercialisti, artigiani, professionisti e tutti coloro che giocano corretto, che vogliono metterci la faccia, che vogliono dare il loro contributo.
Dalla piattaforma partiranno iniziative che ruoteranno anche attorno alle proiezioni che i singoli potranno organizzare in tutta Italia allo scopo di creare punti di aggregazione e solidarietà in cui scambiarsi consigli, attraverso i quali articolare una ripresa che parta dal basso per sopperire alle gravi mancanze istituzionali e politiche che hanno creato un buco enorme nell’economia e, quel che è peggio, nella speranza degli italiani.

FAIRPLAY - Io gioco corretto e ci metto la faccia Online dal 21 marzo 2013: un film scaricabile gratuitamente, una comunità a cui attingere e contribuire per ripartire tutti insieme. Regia di Marco Reale, con Valentina Bruno, Giorgio Filonzi, Luca Loconsolo, Antonio Losito, Ludovica Di Donato, Marzia Mangiasciutto, Linda Rea, Suzy Suarez.
Info: press@fairplaymovie.org - oppure cerca la pagina pubblica su facebook: fair-play Cell. 339.2438510 - Marco Reale

domenica 17 febbraio 2013

COME TU MI VUOI-regia Francesco Zecca - (Recensione)



In questo famoso dramma di Pirandello il tema centrale è quello a lui molto caro dell' ”identità” . Indaga il rapporto fra l’identità di una persona e se stessa come depositaria del proprio passato, dei propri ricordi, dei propri sentimenti, e il mondo relazionale che tutto ciò comporta.
La protagonista del lavoro è una donna che vive a Berlino, dove al termine di un trascorso non chiaro, ambiguo, forse molto doloroso, di cui ella stessa preferisce non parlare, da alcuni mesi è amante di uno scrittore, Karl Salter.
Proprio qui a Berlino viene riconosciuta da una certo Boffi come Lucia, una donna, moglie del suo amico italiano Bruno Pieri, che è andata dispersa durante gli eventi bellici della Prima Guerra Mondiale, probabilmente catturata e violentata dalle truppe austriache che avevano invaso la loro casa, e forse sopravvissuta a tanto strazio per viverne forse altrettanto in terra straniera.
Il riconoscimento, vero o falso che sia, apre un conflitto interiore nella donna che lascia l’amante, e torna in Italia col presunto marito.
In Italia vive segregata per alcuni mesi, in attesa di un riconoscimento ufficiale da parte della famiglia.
Ottimo il riadattamento di Masolino D'amico che riduce di molto ma non tradisce per nulla l'anima del testo pirandelliano, ne stravolge il linguaggio e l'ambientazione, che resta quella classica dei primi del 900.
Molto suggestive le coreografie, i cambi scena sembrano delle danze affascinanti e abilmente strutturate insieme a elementi scenici fortemente evocativi, quali le cornici che danno e tolgono vita ai personaggi.
Il testo non è semplice e richiede molta attenzione da parte dello spettatore, specialmente se non abituato a un determinato tipo di teatro, poiché la forza della filosofia pirandelliana è nascosta più che nella trama, tra le parole, e nel modo e nei tempi con le quali vengono espresse.
Le donne hanno sicuramente un ruolo centrale. Appropriata e gradevole l'interpretazione di Fancesca Farcomeni nel doppio ruolo della figlia di Salter e della sorella di Cia, così come Crescenza Guarnieri (la Zia Lena). Nulla da eccepire anche nelle appropriate interpretazioni del cast maschile tra cui Arcangelo Iannace (lo Zio Salesio), o il bravo e bello Andrea Gherpelli, convincente e ben misurato nel ruolo di Pieri, il marito di Cia.
Un regia scrupolosa e raffinata, un ottimo spettacolo se solo tutto il castello non si reggesse per forza di cose sulla protagonista, Lucrezia Lante della Rovere, la quale dovrebbe essere il perno vibrante della pièce.
Indubbio l'impegno che dimostra nell'offrirsi al pubblico, ma forse è proprio troppo zelante nel cercare di trasmettere un pathos che finisce col trasformarsi in uno stucchevole lamentoso cantico che mette a dura prova i nervi.
Uno spettacolo a cui nonostante ciò vale la pena assistere, proprio per la sua ottima costruzione e soprattutto perchè approcciarsi a un testo di Pirandello è sempre un occasione di godimento e autoanalisi.
Noi siamo ciò che facciamo. Ognuno è per il mondo e per sé, solo quel che fa, laddove le azioni diventano l’unica misura del nostro essere.
Essere? Essere è niente! Essere è farsi"
Susy Suarez 




COME TU MI VUOI
libero adattamento Masolino D’ Amico
con Crescenza Guarnieri e Simone Colombari
e con
Raffaello Lombardi, Arcangelo Iannace, Andrea Gherpelli, Francesca Farcomeni
Scene Francesco Ghisu
Musiche originali Paolo Daniele
Costumi Annapaola Brancia D’apricena
Luci Valerio Peroni
Lisa angiolillo
Coreografia “Come tu mi vuoi” di Simone Di Pasquale e Daniela Ayala
regia di Francesco Zecca






















giovedì 7 febbraio 2013

SDC Soldi Denaro Contanti- Regia Tommaso Agnese-(Recensione)


SDC è il nome della potente compagnia telefonica che ha acquistato l'ufficio vendite per cui lavorano i personaggi di questa pièce, schiavi di una logica del lavoro che svilisce le proprie capacità, uccide le passioni, in cui non esiste umanità ed intrappola in un meccanismo in cui l'unico imperativo è quello di fare Soldi Denaro Contanti. Una penosa gara all'ultimo contratto in cui tutto è lecito, l'arte della menzogna è il pane quotidiano ed in cui man mano si perdono di vista valori e dignità.
Anche il più alto in grado, non è meno vittima di questo meccanismo perverso. In lui la frustrazione si trasforma in crudeltà che trova sfogo nel tiranneggiare l'anello più debole.
Una metafora dello stato in cui versa l'odierno mondo del lavoro, precario, privato di regole e diritti, in cui non vince il più competente, ma colui che con meno scrupoli e più freddezza eccelle nell'arte del raggiro.
Un testo originale che con efficacia mette di fronte all'assurdità ed alla crudeltà dell'ingranaggio che muove la logica del profitto, ed il tentativo degli schiavi più coraggiosi di spezzare le catene, che non mancherà di colpi di scena.
Lo spettacolo trasuda tutta la passione dei giovani artisti in scena, urla, piange, ride e ribolle, ed in particolare Maurizio Tesei (di cui avevo già riconosciuto il talento nel film Et In Terra Pax e che come immaginavo non delude anche sulle tavole del palcoscenico), in un personaggio che strappa molti sorrisi con l'amara ironia dei virtuosi trucchi dialettici che utilizza con i clienti, e che nonostante ostenti calcolo e cinismo, riuscirà a rendersi protagonista di un ultimo gesto di solidarietà.
Susy Suarez

SDC Soldi Denaro Contanti
dal 5 al 17 febbraio al teatro Agorà di Roma

Regia Tommaso Agnese

con:
Alessandro Bassetti
Stefano Flamia
Alessandro Gesualdi
Nicolas Paccaloni
Irene Splendorini
Maurizio Tesei
Erik Tonelli
Valentina Traini

Assistente alla regia: Mara Veneziano
Disegno Luci: Davide Manca
Scenografie: Davide Nataletti Simona Giacci
Costumi: Silvana Turchi Giuseppe Cucinotta

IL PADRE DELLO SPOSO- Regia Gianni Corsi- (Recensione)


"Il padre dello Sposo” in scena al Teatro Dei Conciatori dal 5 al 10 febbraio, è una classica commedia brillante, ma che trova la sua originalità e la sua freschezza in questa storia familiare che molto ironizza sulle ipocrisie nascoste dietro i rapporti di coppia.
Intrappolati nella maglia delle convenzioni e dei formalismi sociali e familiari, ci si ritrova spesso a sposare estranei con cui si convive da anni, ma solo quando si ha il coraggio di calare le maschere e scoprire gli scheletri nell'armadio, che si affronta il grande passo con reale consapevolezza del sentimento che lega.
Ed è ciò che finiscono col fare i due giovani protagonisti, (Gianluca Tocci e Angela Di Sante), anche se solo a causa di sfortunate coincidenze che fanno venire a galla una pepata verità, la quale si abbatte come una meteora a turbare l'apparente armonia di coppia.
A causa di ciò l'imminente matrimonio sembra ormai saltare, ma quando l'imprevedibile padre dello sposo (Massimo Bonetti) pare riuscire a portare tutti alla ragione, sarà proprio lui a riservare la sorpresa finale. Bonetti calza a pennello i panni del padre un po' bonario, un po' severo, un po' saggio, che cerca di riappacificare gli animi con le sue esilaranti invadenze.
Gag dall'ironia sempre acuta e garbata, anche quando l'atmosfera si fa più “bollente”.
Regia dal ritmo frizzante e costantemente coinvolgente che i tre validi attori reggono con grande energia.
Una commedia davvero gradevole con cui l'autore (Gianluca Tocci) punzecchia le umane debolezze della coppia, e tra una risata e l'altra porta a riflettere su come solo il dialogo e la sincerità rendano davvero liberi di scegliere.
Susy Suarez



venerdì 1 febbraio 2013

VENTO E PIOGGIA- Regia Patrizio La Bella- (Recensione)








Vento e Pioggia” (Soluzione Finale) in scena al teatro la Cometa di Roma dal 29 gennaio al 17 febbraio, è una caustica commedia che vede come protagonisti tre fratelli i quali si trovano loro malgrado a dover fare da genitori a un padre scapestrato, tossicodipendente, spacciatore e con un irrefrenabile propensione al furto e alla truffa.

La vita di una famiglia “sui generis” che proprio grazie alle ultime disavventure di questo padre “difficile” (dal carcere a Bangkok, alla malattia che lo porta al capolinea in una stanza di ospedale), si ritroverà unita dall'ancestrale amore che nonostante tutto non riescono a negare al proprio genitore e a ritrovare quello che tiene uniti tutti loro, da sempre inespresso e appannato dal comune dolore. Ciò che li mantiene uniti però, è anche la volontà di pretendere una vita migliore per loro stessi.
Personaggi ispirati ad una storia di vita vissuta in prima persona dal regista e autore della pièce, Patrizio La Bella, nonché persuasivo interprete di quello che nella realtà è stato il proprio padre, un “Grande Lebowski” alla romana a cui nonostante tutto anche lo spettatore non può non affezionarsi. I dialoghi sono di una grande veridicità, dal linguaggio diretto, graffiante, profusi di ironia che strappa amari sorrisi. Anche i ritmi convincono fino in fondo e sottendono una grande sintonia che tutti gli attori, (ai più conosciuti per i loro impegni televisivi e cinematografici), non mancano di avere, non smentendo sul palco le loro capacità interpretative.
Tutto scorre e coinvolge in maniera così completa, che senza nemmeno accorgercene la pièce giunge all' "epilogo finale" in cui anche di fronte all'ultima stoccata, l'affetto riesce a non spegnere il sorriso.
Susy Suarez 

Vento E Pioggia
con Elda AlviginiGiorgio CaputoEdoardo PesceAlessandro MarvertiTiziano La BellaPatrizio La Bella
regia Patrizio La Bella
scritto e diretto Patrizio La Bella
aiuto regia Leonarda Imbornone
direzione artistica Lorenzo Terranera
scenografia 
Lorenzo Terranera
scenografa 
Alessandra Ricci
musica 
Roberto Angelini
disegno luci 
Giovanna Bellini