lunedì 28 novembre 2022

DIARIO DI UN INADEGUATO - Ovvero Mumble Mumble atto II - Regia di Giuseppe Marini


Nonostante la pioggia battente di un martedì sera, il teatro Cometa Off era gremito per la prima del ritorno in scena di Emanuele Salce e il suo “Diario di un inadeguato” diretto da Giuseppe Marini, le cui repliche si protrarranno fino al 18 dicembre. 
In un gioco di metateatro, Emanuele esordisce cercando di esporre al suo compagno di scena (Paolo Giommarelli) 
 l' idea per un nuovo spettacolo che vorrebbe essere il sequel di
“Mumble mumble – Confessioni di un orfano d'arte”, pièce realmente già portata in scena dalla coppia qualche anno fa. Giommarelli sulle prime è ritroso e cerca di convincere Salce che l'idea di un sequel è troppo pericolosa non essendo quasi mai all'altezza delle aspettative del pubblico. Salce però non desiste e nello sforzo di convincere il collega a collaborare, inizia a recitare il suo copione pezzo dopo pezzo coinvolgendolo attivamente chiedendogli di interpretare prima la parte del disincantato psicologo, poi del regista teatrale cinico e un po' cialtrone. Salce apre nuovamente il diario delle sue memorie e condivide aneddoti di intimità familiare e personale svelando conflitti e disagi con la sua personale cifra elegante e raffinata, sostenuto da una drammaturgia dal lessico signorile e ricercato, intriso di educata ironia “british” anche lì dove la narrazione diventa più “esplicita”. Rivanga la sua vita da casanova solitario, schiavo della propria libertà, relegato a un'esistenza di confortevole e solinga routine. Ci porta a comprendere che il suo fuggire da qualsiasi relazione seria sostanzialmente è attribuibile al perenne sentirsi inadeguato, incapace di meritare l'amore e la stima di una donna, ma le sue certezze vacillano grazie all'inatteso arrivo di una bella australiana che si piazza in casa sua per qualche giorno. Seguono momenti di vita domestica nella grande famiglia allargata Salce-Gassman, fino a raccontare poi il suo disastroso esordio a teatro come attore e la sua condizione di “figlio di” quasi condannato alla carriera artistica, crocifisso dalle aspettative insensate dei colleghi derivanti esclusivamente dal suo cognome, come se “Salce” fosse una formula magica che rendesse automaticamente abili a calcare il palcoscenico. Emanuele ci racconta, senza pudore né remore, di quanto si disapprovasse e dicesse continuamente a sé stesso di non valere abbastanza vivendo la sindrome dell’impostore fino a pensare al suicidio. La genialità di questa scelta sta nel fatto che adesso può farlo dall'alto del suo incriticabile talento e carisma. Con la raffinatezza che lo contraddistingue dimostra adesso di poter persino sbeffeggiare quelle che furono le sue debolezze. La sua autoironia è sorprendente così come la sua singolare presenza scenica e sicurezza come artista, a cui è arrivato in seguito alla gavetta e un percorso di impegno e passione, omaggiando così il suo cognome e il ricordo del padre Luciano Salce (1922/1989) regista teatrale e cinematografico, commediografo e memorabile protagonista della vita artistica del nostro paese. La regia di Marini sceglie di lasciare la scena come una scatola nera in cui è appoggiata solo una sedia sulla quale compare e scompare il compagno Giommarelli. Efficace e coinvolgente l'intervento registico sulla ritmica che Salce ha saputo imprimere alla sua performance. Salce, in un flusso di coscienza, non smette mai di inanellare pensieri e aneddoti esilaranti che mi hanno fatto letteralmente ridere fino alle lacrime. Dipinge luoghi, cose e persone mutando vocalità, gestualità ed espressività con maestria, imprimendovi un'autenticità dal sapore retrò. Esorcizzando il passato celebra il presente. Il paradosso è che questa operazione potrebbe essere percepita come narcisistica o autocelebrativa, ma di fatto non lo è. Salce, saldo nell' “adeguatezza” del presente, condivide col pubblico il suo percorso di autoconsapevolezza con onestà. Attraverso un’intenzionale rottura degli schemi di finzione, recitando sé stesso recita l'inadeguatezza di tutti noi.

Susy Suarez 


DIARIO DI UN INADEGUATO

ovvero Mumble Mumble atto II

di Emanuele Salce

con la collaborazione di Andrea Pergolari

con Emanuele Salce

e Paolo Giommarelli

regia di Giuseppe Marini

musiche Paolo Coletta

Costumi Duma D’Andrea – Disegno luci Giacomo Cursi – Assistente alla regia Edoardo Frullini