giovedì 7 aprile 2016

ZIO VANJA-Regia di Duccio Camerini

Zio Vanja è il racconto di una vita mortificata per assenza di coraggio e di passioni, intrappolata nelle sabbie mobili della routine, dove mai nulla si avvera. Zio Vanja è un dramma, e su questo c'è poco da discutere. La noia, la tristezza, la malinconia, l'ignavia, ne sono il fulcro e rappresentano i sintomi di una tragedia esistenziale che Vanja, Sonja, Elena, il dottore, e tutti gli altri personaggi, portano scolpita nei loro dialoghi e nei loro corpi. È vero che nel dramma di Cechov, come in molti dei suoi lavori, c'è sempre qualche aspetto ironico, anche di amaramente grottesco, ma cercare di renderlo in qualche modo “leggero” significa snaturare il testo e stravolgerne il genio. Duccio Camerini è un attore e regista di esperienza e talento, e sul palco non può non dimostrarlo, ma questa volta è al timone di un'operazione “sperimentale” a mio avviso discutibile.
Svariati e coraggiosi sono stati gli adattamenti di questo imperituro classico, ma solo rispettando le intenzioni dell'autore, esso può essere tranquillamente ambientato in ogni tempo e luogo e riuscire comunque a trasmettere tutta la sua attualità e la sua universalità. Solo rispettando le intenzioni dell'autore, si può riuscire a essere davvero originali e innovatori, ed è necessario affidarsi a interpreti capaci di sostenere personaggi tanto densi, che comunichino il senso di vuoto, di inutilità, il loro patire la solitudine, la malinconia, il loro trasformarsi in  anime
senza pace, sottolineare le dinamiche di tensione, di claustrofobia. Gli attori invece in questa pièce, sembrano più impegnati a calcare toni ironici e farseschi che risultano un'inopportuna forzatura e troppi di loro si dimostrano molto “acerbi” e fuori parte di fronte tale compito.
Momenti che sarebbero dovuti essere un concentrato di tensione e intensità, perdono di ogni consistenza, diluiti anche da una musica spesso ingombrante che sopraggiunge nel tentativo di sottolinearli.
L'unico modo per far arrivare davvero il senso di questa tragedia morale alla coscienza dello spettatore, è la verità, con Cechov è un atto dovuto, l'unica alternativa.
Susy Suarez


Info:
dall'1 al 24 aprile 2016 Teatro ARCOBALENO (Centro Stabile del Classico) via F. Redi 1/a , Roma
venerdì e sabato ore 21:00 - domenica ore 17:30
ZIO VANJA *
di:
Anton ÄŒechov
uno spettacolo di Duccio Camerini
con Francesca Sgheri, M. Vittoria Pellecchia, Duccio Camerini
musiche Alchimusika