giovedì 26 marzo 2015

LA CLASSE DIGERENTE 2.0 - scritto e diretto da Elio Crifò


Quando ho chiesto se valesse la pena vedere questo spettacolo, mi sono sentita rispondere che è “necessario”. Adesso che l'ho visto non posso che capire cosa mi volessero dire.

Elio Crifò ha dalla sua tutta la forza di un intenso attore, capace di sostenere questo piccolo grande “One Man Show” con un' energia straordinaria. Porta in scena nient'altro che se stesso e la sua tagliente e implacabile denuncia con ironia sottile e sagace. Senza mezzi termini, svela, ricorda, approfondisce, ci ragguaglia sui dettagli più paradossali e vergognosi dei casi politico-giudiziari della storia recente del nostro paese.

Da abile affabulatore, ci trascina in favole terribilmente reali, fatte di corruzioni, collusioni, abusi, di un senso dello stato che in Italia sembra non aver più senso.

Scritto con la perizia e la consapevolezza di chi ha deciso di non navigare nel limbo della vaga indignazione, ma di urlarla con violenza a chiunque desideri ascoltare. I temi che visita sono quelli spinosi e amari dello scandalo Costa Concordia, di calciopoli, le stragi di stato, la mafia capitale, e ci sarebbe così tanta altra carne da mettere al fuoco che lo spettacolo sarebbe potuto continuare all'infinito. Crifò inscena con la voce e il corpo, una coreografia ipnotica, la quale rivela un grande lavoro dietro ogni parola e ogni gesto.

La Classe Digerente” è uno spettacolo dettato da una necessità, ed è necessario perché ci parla passando attraverso i filtri dell'informazione e ci ricorda senza retorica che lo stato non è un'entità astratta e metafisica, che ognuno di noi ha dei doveri e delle responsabilità civili che farebbe bene a riconoscere se vogliamo smettere di lasciarci “ingurgitare” dalla “Classe Digerente”.

Susy Suarez



Ancora a Roma al Teatro Brancaccino:
lunedì 23 febbraio 2015 h.21.00;
lunedì 9 marzo 2015 h.21.00;
lunedì 23 marzo 2015 h.21.00;
giovedì 2 aprile 2015 h.21.00










martedì 24 marzo 2015

INFECTION-Regia di Max Caprara


Si resta attoniti, divertiti ed incuriositi di fronte ai personaggi folli di questa commedia “esoterico digitale”, definizione che, per quanto ironica possa essere, è l’unica possibile. Esoterica perché si addentra nei meandri dell’inconscio collettivo, nei nostri sogni, nelle fiabe e nell'immaginario che prende letteralmente vita. Digitale perché la dimensione onirica si fonde al linguaggio dell’informatica in una rappresentazione puntuale della dipendenza dai social di cui tutti soffriamo. In coerenza a tale linguaggio, la narrazione non è lineare ma si articola in pixel apparentemente dissociati fra loro e si compone di una miriade di informazioni che, quasi fossero bit che viaggiano in rete, costituiscono un quadro completo una volta arrivati alla meta. Due dimensioni narrative all'interno delle quali si alternano realtà e sogno, quadri che riportano alla mente il teatro dell'assurdo più raffinato. Max Caprara, con questo spettacolo si dimostra un regista avventuroso ed un osservatore saggio di un enigma moderno. La riflessione che ci propone è complessa, tutt'altro che banale, e come al solito la affida ad interpreti strepitosi e sempre perfettamente in parte, i quali sostengono con energia straordinaria l'impalcatura di questa “commedia metafisica”. Caprara stesso in scena, è sempre pronto a mettersi in gioco e divertirsi con i suoi attori. La sua critica visionaria lascia ad ogni modo spazio alla speranza, poiché alla fine ci restano le parole, e in primo luogo la scrittura come splendida virtualità in cui vivere l'illusione. I sentimenti, filtrati dal marasma fittizio della rete, con la loro purezza, sono l'unico antivirus che può proteggerci dall'alienazione collettiva, la mortale infezione.
Susy Suarez 

 
INFECTION Va in scena fino al 29 marzo
TEATRO SPAZIO UNO vicolo dei Panieri 3
Uno spettacolo di Max Caprara con Veronica Milaneschi, Daniele Coscarella, Michele Bevilacqua, Rosario Petix, Alessandro Cecchini e Massimiliano Caprara


 

sabato 21 marzo 2015

CUORE DI TENEBRA - Regia di Virginia Acqua






Il pubblico viene accolto in sala da un' atmosfera fumosa, a ricordare i miasmi della foresta nella quale Marlow (Valerio Di Benedetto) guiderà gli spettatori a bordo del suo battello coloniale nel cuore più tenebroso dell'africa nera. Questo monologo, è un adattamento teatrale di un classico della letteratura, ed è ammirevole che venga proposto a teatro in una forma fruibile e piacevole, che non solo non snatura l'opera di Conrad, ma la rende dinamica e viva e la porta anche a coloro i quali non hanno avuto il piacere di approcciarsi al suo lavoro. Questo è un teatro della parola, affidato unicamente alla capacità dell'attore di sostenere il proprio personaggio fino alla fine e di trasmettere e creare suggestioni, immagini, emozioni, solo con la forza del verbo e della presenza scenica. In questo Valerio Di Benedetto riesce a pieno, tessendo i fili della narrazione con incisività.

In scena unicamente una panca di legno e la sua persona, in vesti coloniali di epoca tardo vittoriana, i quali bastano a trasferire visivamente il pubblico in un'altra epoca. Da apprezzare le interessanti sfumature conferite a questo personaggio letterario, che in realtà si tratta di Conrad stesso, la testimonianza autobiografica di un viaggio che si trasformerà in un percorso morale, ed in una denuncia sociale alla colonizzazione europea in Africa.

Il suo percorso può essere interpretato come una catarsi, e la ricerca del viaggiatore scomparso (Kurtz) non è altro che la ricerca di se stesso, del suo alter ego, di quella parte più tenebrosa ed istintuale di se stesso piena di pulsioni violente e distruttive. Il percorso sul fiume è una sorta di viaggio nella mente dell’uomo, dove vengono presentate le sue componenti di selvatichezza, brutalità, paura, delirio, pulsioni nelle quali è possibile riconoscere il legame indissolubile che lo lega alla foresta tenebrosa.

In pièce come questa, la regia si incentra soprattutto su una buona comunicazione con l'attore che riesca ad orientare al meglio le sue attitudini, e su un buon lavoro di squadra circa lo studio del personaggio. In questo caso la capacità di Virginia Acqua si evince dalla penetrante intensità che riesce a raggiungere l'interprete, il quale non perde mai di forza passaggio dopo passaggio.

Per un attore il monologo teatrale è sempre una sfida, se poi si tratta di un classico che esamina la follia, la parte più oscura dell'animo umano, ciò può essere una prova ancor più audace e pericolosa, che Valerio Di Benedetto supera a pieni voti.

Susy Suarez 

 DAL 19 AL 29 MARZO 2015
CUORE DI TENEBRA dal romanzo di Joseph Conrad
adattamento e regia di Virginia Acqua con Valerio di Benedetto
al TEATRO STUDIO UNO, Via Carlo della Rocca, 6


domenica 1 marzo 2015

A GHOST PLAY - Regia di Enzo Masci



A Ghost Play” è la nuova inedita commedia del regista ed autore Enzo Masci, una storia originale ed avvincente, in scena al teatro Dei Conciatori dal 24 febbraio al 8 marzo.

Rossella (Silvia Falabella) è una fonica freelance un po' sfigata ma piena di energie e speranze, le quali però non servono a pagare un affitto. Rimasta squattrinata e sfrattata, viene aiutata dall'amica di sempre (Angela D'Onofrio) che nonostante le sue stramberie, le vuole bene. L'amica le permette di abitare gratuitamente in un appartamento dismesso che viene usato da lungo tempo ormai solo come deposito di oggetti antichi o superflui, di cui le persone durante i traslochi vogliono sbarazzarsi non potendo o non volendo tenerli più in casa.

In cambio Rossella, dovrebbe solo tenere pulito ed in ordine il posto. Così finisce a vivere tra scatoloni, oggetti antichi, roba messa da parte per essere dimenticata, un po' come si sente lei, senza lavoro e senza un soldo. Ciò che nessuno sa ma che Rossella si ritroverà presto a scoprire, è che non è l'unica inquilina di quell'appartamento, e tra buffe situazioni e colpi di scena, ne succederanno di tutti i colori. Assistiamo allo svolgersi di una vicenda originale e godibile, che sa far sorridere ed essere al contempo molto introspettiva, affrontando i temi della spiritualità, della ricerca di se stessi, di come spesso si possa avere più paura della vita che della morte.

In scena un cast di giovani attori amalgamati in maniera ottimale, convincenti ed intensi, a partire da Amedeo (Tommaso Arnaldi), nella cui caratterizzazione del personaggio riecheggia velatamente quella che fu di Tom Hulce nel celeberrimo film di Milos Forman.

Tutta l'azione si svolge tra le mura dell'appartamento di Rossella. In scena scatoloni, oggetti fuori moda, un tavolino con poche sedute, ed in un angolo, un meraviglioso pianoforte antico, l'oggetto intorno al quale si alzeranno le note della vicenda, in un' armonia a momenti dolce ed a momenti concitata.

Ecco, questa è la regia di Enzo Masci, armonica ed efficace, e con questa pièce conferma il suo talento come regista ed autore. E se non credete nei fantasmi, forse dopo aver visto “A Ghost Play”, non vi dispiacerebbe farlo.

Susy Suarez


           A GHOST PLAY
  • Regia: Enzo Masci
  • Autore: Enzo Masci
  • Interpreti: Tommaso Arnaldi, Silvia Falabella, Ughetta D'Onorascenzo, Angela d'Onofrio, Domenico Franceschelli, Luca Morciano
  • Costumi: Gaetano Granatelli
  • Musiche: Frieda Baio