giovedì 27 marzo 2014

OSCURA IMMENSITA' - Regia Alessandro Gassman


La messinscena è tratta dal romanzo di Massimo Carlotto: “L’Oscura immensità della morte”, nel quale lo scrittore noir racconta una vicenda di cronaca nera che scopre zone nascoste della quotidianità e della coscienza.
Ciò che più colpisce della storia infatti, non è tanto la trama in sé, ma quell'intricato fascio di sentimenti, segno di lutti mai elaborati, sensi di colpa, odio e dolore, che si dipana sulla scena.
Silvano è un uomo a cui hanno ucciso moglie e figlio di otto anni, e l' 'Oscura immensità' non è altro che l'attimo prima della morte, quel buio che ha avvolto Clara (la moglie) e che ha lasciato il tormento nel cuore  dell'uomo, sprofondandolo nell'oscurità in vita.
«È tutto buio, Silvano», dice la moglie mentre muore, «Non vedo nulla, ho paura, ho paura, aiutami è buio», frase che diventa fil rouge della vicenda scandendo i diversi stati d'animo di Silvano.
Contin, l'autore del delitto, è da 15 anni in carcere, colto da un male incurabile, chiede clemenza per poter trascorrere i suoi ultimi anni di vita da uomo libero.
Vittima e carnefice, accomunati da un destino di solitudine e disperazione che, nel corso della storia, stravolgerà i ruoli.
In scena due punti di vista, due interpretazioni di una medesima vicenda narrata con parole intimamente pronunciate dai protagonisti in un'alternanza ben congegnata di monologhi. La regia di Alessandro Gassmann è accorta, asciutta ed efficace.
Interessante l'idea di porre tutta la scena dietro un sottile schermo trasparente sul quale vengono proiettate videografie che colorano i toni grigi dello spettacolo e mostrano immagini sospese, dettagli che rendono luoghi, atmosfere e ricordi.
L'ambiente è rarefatto e oscuro, i tagli di luce affilati. Gasmann ha conferito alla pièce un taglio molto cinematografico, che poteva essere valorizzata molto di più dalle interpretazioni dei due attori.
Scarpati, noto al grande pubblico soprattutto per i suoi ruoli in fiction tv, in cui siamo per lo più abituati a vederlo nei panni del padre di famiglia, eroe positivo e rassicurante, si sfida in questo incontro con il lato oscuro della mente, ma risulta sottotono, poco incisivo.
Claudio Casadio, invece, veste i panni dell’ergastolano Raffaello Beggiato, e ci offre un'interpretazione dura, aspra, sanguigna, ma a tratti un po' troppo caricata.
Il parallelismo incalzante tra i due man mano li avvicina in un medesimo limbo di angoscia e la contrapposizione morale vittima-carnefice si consuma.
E' questa la storia di una metamorfosi, dove non può esserci luce, ma solo oscura immensità.
Susy suarez
 

OSCURA IMMENSITA'
 al Teatro Eliseo dal 18 al 30 marzo 2014 

tratto dal romanzo
L’oscura immensità della morte
di Massimo Carlotto
regia Alessandro Gassman
scene Gianluca Amodio
costumi Lauretta Salvagnin
luci Pasquale Mari
videografie e suoni Marco Schiavoni

produzione Teatro Stabile del Veneto

ALTRE DATE: Torino- teatro Gobetti dal 1 al 6 aprile 
GENOVA- teatro Della Corte dal 8 al 13 aprile