lunedì 7 febbraio 2022

THE SPANK - Regia di Filippo Dini


In scena dal 2 al 13 febbraio al Teatro Parioli di Roma “The Spank” ultima inedita opera di Hanif Kureishi, drammaturgo, romanziere e sceneggiatore anglopakistano. “The Spank” debutta per la prima volta in Italia in prima assoluta al Teatro Carignano di Torino l’11 maggio 2021 prodotto dal Teatro Stabile di Torino
A tradurlo per il pubblico italiano sono stati Monica Capuani e Filippo Dini. Dal 2 Febbraio “The Spank” approda a Roma al Teatro Parioli. Una storia che pone molti interrogativi su quanto a volte la vita che viviamo non sia ciò che vorremmo che fosse e di quanto spesso si decida coscientemente o meno di ignorarlo, accontentarsi, andare avanti. E' il racconto di un'amicizia e della lotta tra istinto e ragione, una critica all'istituzione matrimoniale e familiare e alla cultura borghese. D'altronde in tutte le sue opere Kureishi sviluppa riflessioni profonde sui rapporti umani di varia natura costruendo plot che suggeriscono un punto di vista mai scontato. Vargas (Filippo Dini) nella vita è farmacista mentre Sonny (Valerio Binasco) è un dentista. Entrambi vivono a Londra e sono sposati con figli. Vite apparentemente ordinarie nate dalla scelta dei genitori di emigrare all’estero e di costruire una nuova vita lontani dalle loro radici. “The Spank” è il nome del pub in cui si incontrano ormai da anni per scambiare due chiacchiere davanti a un boccale di birra. La loro è un'amicizia fatta di complicità, confidenze, di spazi misurati sul terreno comune di esperienze condivise, un rapporto solido che finisce col coinvolgere e legare anche i componenti delle rispettive famiglie, fino a che una serie di vicende mineranno le sicurezze costruite nel corso di una vita. Kureishi ha affidato la prima mondiale di “The Spank” ad una compagnia italiana, ma la genesi della sua messa in scena è stata peculiare rispetto al modus operandi convenzionale che vige nelle produzioni teatrali italiane. Sin dall'inizio si è creata una stretta collaborazione tra autore e regista i quali, passo dopo passo, affidandosi l'uno all'altro, hanno plasmato il testo in funzione della messa in scena. Il confronto tra Dini e Kureishi si è trasformato in un dialogo fecondo che ha anche apportato varie modifiche al copione ma sempre in profonda sintonia. Non è usuale che due artisti, soprattutto di un certo calibro, riescano a dialogare in modo sano e produttivo lì dove l'ego creativo non è facile da tenere a bada. Ciò dimostra la loro sensibilità. Lo stesso Dini afferma che il lavoro del regista è quello di essere invaso, permeato dall'opera che deve dirigere, e quello dell'autore è cercare di dare al regista tutti gli strumenti perché il suo testo possa essere compreso e quindi restituito al pubblico. Inoltre per la prima volta Dini si trova a dirigere un altro fuoriclasse del palcoscenico come Valerio Binasco e ad esserne al contempo compagno di scena. Si avverte chiaramente, dall'equilibrio e la coerenza che pervade la pièce, che tra tutti gli artisti che vi hanno lavorato c'è stato un confronto paritario e sereno. L'ininterrotta organicità tra movimenti e parola a cui assistiamo è chiaramente frutto di uno studio profondo del testo e delle dinamiche emotive dei personaggi, caratterizzati con raffinatezza e intensità. I due amici sono molto affezionati l'uno all'altro pur nella loro diversità. Vargas è il più composto e compassato, agganciato al ruolo di marito e padre, fino all'ultimo saldo al timone della sua vita borghese. Sonny è un irrequieto, perennemente in movimento, non riesce mai a stare seduto troppo a lungo sulla stessa sedia, si rigira su se stesso, mangia e beve convulsamente come percorso da un'energia che vuole liberarsi da una condizione che ormai lo sta soffocando. Nel suo goffo tentativo di seguire i propri istinti e i propri desideri, viene travolto da una tempesta che finirà ineluttabilmente con lo scuotere anche le placide acque della vita familiare di Vargas, il quale però, resterà ancorato al suo focolare e ai suoi principi corroso dai dubbi. Scopriamo in entrambi un legame a due figure di mogli molto forti, sottilmente dispotiche, ma Vargas anche rispetto a ciò resta il più pavido e acquiescente dei due. Sonny invece ormai non riesce più ad accettare la finzione. Progressivamente le dinamiche dei rapporti familiari e amicali degenerano in un vortice di sentimenti traditi, crisi adolescenziali, voglia di evadere e nello stesso tempo tornare al guscio protetto e caldo dell'istituzione familiare. Il personaggio di Sonny diviene sempre più tormentato, sbandato, sciatto e inguaribile. In un' ora e quaranta circa di spettacolo nulla suona artefatto o poco chiaro. Ogni gesto, frase, movimento, ha il suo senso e suscita curiosità e attenzione man mano che la storia si dipana. La storia inizia dalla fine. Vargas ci appare nel “loro” pub ormai dismesso, mura e suppellettili ricoperti da teli bianchi. L'uomo, sulla scia della nostalgia che gli suscita essere rientrato dopo tanti anni in quel luogo, decide di raccontarci la storia di Vargas e Sonny, un'amicizia forse mai realmente finita. Così pian piano i teli si alzano e il pub con la sua tipica atmosfera britannica riemerge dal passato. Il palco, costruito in pendenza, concorre a dare alla scena una pronunciata profondità e tridimensionalità quasi a ricordare lo schermo cinematografico. Efficace il disegno luci di Pasquale Mari che scandisce lo scorrere e il fermarsi del tempo. L'onestà con la quale Filippo Dini e Valerio Binasco vivono i loro personaggi non può che trascinare il pubblico nella marea di emozioni, immagini e visioni di cui il testo ribolle. Sonny nella sua “rovina” vince, diventa “l'Eroe”, e come tutti gli eroi parte, si mette in viaggio. Chissà se tornerà mai alla sua Itaca.

Susy Suarez 

The Spank

di Hanif Kureishi

traduzione Monica Capuani

regia Filippo Dini

con Filippo Dini, Valerio Binasco

scene Laura Benzi

costumi Katarina Vukcevic

luci Pasquale Mari

musiche Aleph Viola

aiuto regia Carlo Orlando

assistente regia Giulia Odetto

Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale

Per gentile concessione di The Agency (London)

Durata dello spettacolo: 1 h e 40 minuti