venerdì 25 ottobre 2019

STRIKE - Regia di Gianni Corsi


Stike” vede la sua genesi nel Laboratorio di Arti Sceniche diretto da Massimiliano Bruno in cui tre giovani interpreti, studiando e allenandosi su delle scene scritte da loro, hanno pensato di sviluppare una vera e propria pièce. Già messa in scena nel 2018 con un ottimo riscontro di pubblico, torna quest'anno in cartellone al Teatro De'Servi dal 18 ottobre al 3 novembre. “Strike” è prima di tutto la storia di una ricerca di riscatto più umano che sociale. Parla di amicizia, della voglia di riuscire ad amare, di solidarietà tra coetanei, desiderio di abbracciare ed essere abbracciati. Tre ragazzi molto diversi tra loro ma accomunati nella loro personale lotta generazionale contro la solitudine dell'anima. Tra delusioni d'amore, padri assenti, famiglie sgangherate, la loro amicizia diventa un'ancora da gettare nel mare di desolazione del cortile del Sert di una periferia romana. Tutta l'azione infatti, si svolge proprio di fronte lo sportello di questo servizio sanitario pubblico per tossicodipendenze nel quale Pietro (Giovanni Nasta) si ritrova, quasi per caso, avendo commesso una piccola bravata. E' qui che incontra Dante (Gabriele Berti), un ragazzo di buona famiglia, laureando in psicologia buffo e imbranato che si trova lì per svolgere il suo tirocinio da psicologo. Nonostante i diversi background sociali e culturali, i due ragazzi, tra una sigaretta e una scommessa ai cavalli, stringono un'insolita amicizia. In seguito Tiziano (Diego Tricarico) fa la sua comparsa nel cortiletto del Sert. Sulle prime introverso e sfuggente, troverà il coraggio di confessare ai nuovi amici la sua amara storia. Gabriele Berti, Diego Tricarico e Giovanni Nasta riescono a far ridere con una spontaneità tutta loro che li rende brillanti senza mai alcuna forzatura, dimostrando una buona maturità interpretativa nonostante la giovane età. Tre interpreti i quali uniscono al talento un istinto evidentemente non appesantito dalle sovrastrutture formali che molti attori rischiano di acquisire con il tempo e che, fungendo da filtro verso la realtà, sono spesso un evidente impedimento psicofisico. Di certo il fatto di aver ideato e scritto il testo di loro pugno concorre alla tenuta di ritmi perfetti e al grande affiatamento che si percepisce, guidato in maniera ottimale dalla regia di Gianni Corsi sotto la direzione artistica di Massimiliano Bruno. Essendo uno spettacolo in cui la struttura drammaturgica si rende protagonista assoluta, una buona direzione attori diventa essenziale. “Strike” è una commedia scritta e interpretata da giovani che parla di giovani con un linguaggio giovane (si citano Instagram, Facebook, influencers, si canta musica rap e si utilizzano espressioni gergali e senza filtri) ma che possono e dovrebbero vedere tutti, a tutte le età, perché apre una speranza nei rapporti umani, nella famiglia, nell'amicizia, nella solidarietà generazionale, ma senza moralismi. Generosità e forza interiore servono per farsi avanti quando comprendiamo che tocca a noi, che è il nostro turno di prendere la palla, mirare e fare Strike.
Susy Suarez





lunedì 21 ottobre 2019

GIOVANNA DARK- Regia di Matteo Fasanella


Giovanna Dark in scena al teatro Stanze Segrete dal 10 ottobre al 3 novembre per la regia di Matteo Fasanella, riprende fedelmente la storia mista a leggenda di Giovanna D'Arco, la “pulzella d'Orleans”, giovanissima contadina che si presentò alla corte del futuro Carlo VII di Francia, chiedendogli di mettersi a capo dell’esercito francese per cacciare definitivamente gli Inglesi.
Le vicissitudini della santa sono ormai note a tutti grazie soprattutto alle numerose trasposizioni cinematografiche (tra le più celebri quella del '48 diretta da Victor Fleming con Ingrid Bergman e la più recente del '99 diretta da Luc Besson interpretata da Milla Jovovich).
Nonostante la storia di Giovanna (che decenni dopo la morte è stata liberata dell’infamante accusa di eresia) abbia ispirato e ispiri anche numerose riletture in chiave moderna, Fasanella resta fedele all'impianto originale offrendoci un adattamento in costume classico e pulito, dedicandosi anche a una ricostruzione storica e politica per contestualizzare il personaggio nella sua epoca, permettendo così allo spettatore di comprendere come sia stata possibile l’ascesa di una ragazza del popolo ai più alti ranghi dell’esercito. Il 29 Aprile 1429, Giovanna d’Arco al comando di circa quattromila uomini arrivò nei pressi di Orléans tentando di scacciare gli inglesi che avevano intrapreso l’assedio della città. Il 9 maggio i francesi potevano esultare per la vittoria conseguita grazie ad una ragazzina di diciassette anni.
Non si tratta di una semplice lezione morale. Giovanna è anzitutto il segno di come l'impossibile possa farsi possibile.
Efficace la riduzione che vede fondersi elementi della sceneggiatura Birkin/Besson del film del '99 all'opera teatrale di George Bernard Shaw datata 1923.
La cura dei costumi, delle musiche e degli effetti sonori, riesce a ricreare, in uno spazio scenico inusuale ed esiguo come quello del Teatro Stanze Segrete, atmosfere a tratti esoteriche che accompagnano lo spettatore indietro nei secoli, a dimostrazione che anche uno spazio limitato possa non esser limitante quando si hanno delle buone intuizioni registiche.
La Giovanna D'Arco di Virna Zorzan è una ragazzina all'apparenza fragile dallo sguardo ora vacuo ed estatico, ora risoluto e selvaggio. Come indemoniata nella sua fervida passione, nel suo sentirsi messaggera di Dio, ci presenta un personaggio che non è un uomo, né ancora una donna.
Impeccabile Giuseppe Renzo che propone con talento e mestiere un delfino di Francia elegante; ora mite e bonario, ora ebbro di un potere e una vanità senza scrupoli. Perfettamente calibrata al suo fianco Maurizia Grossi nei panni della fida sorella, la quale nasconde dietro melliflui sorrisi calcolo e cinismo.
Interessante la presenza scenica dei due attori più giovani, i quali interpretano i due personaggi più coerenti e fedeli a loro stessi nell'arco della narrazione: il capitano Gilles de Rais (Alessandro Onorati) sempre diffidente e aggressivo nei confronti di Giovanna, e Jean d'Aulon (Valerio Rosati) leale fino alla devozione.
Alla fine, quando Giovanna sarà messa sotto processo, persino la fede vacillerà in un "dibattito" con la sua coscienza (Matteo Fasanella) nella ripresa di una delle scene più celebri ed emotive del film di Besson. Ecco che qui la parte più “dark” della pulzella emerge, la inquisisce e la tormenta all'interno della sua cella. Essa è quell'ego corrotto e oscuro che può portarci a dubitare persino di noi stessi e della natura delle nostre decisioni all'apparenza più nobili.
Così la Pulzella d'Orléans rivive nella nostra epoca, emblema di tutti gli uomini e le donne che ascoltano la propria voce e non hanno paura.
SUSY SUAREZ 

GIOVANNA DARK

Da Andrew Birkin – Luc Besson – G.B. Shaw
Con Virna Zorzan, Giuseppe Renzo, Maurizia Grossi, Alessandro Onorati, Valerio Rosati, Matteo Fasanella
e con Edoardo Sala
Regia Matteo Fasanella