lunedì 24 ottobre 2022

FAR FINTA DI ESSERE SANI - Regia di Emilio Russo



Questo spettacolo è un omaggio e una riscoperta e restituisce la classe con cui Gaber e Luporini affrontavano i temi universali del disagio sociale e generazionale dell’uomo contemporaneo, da una parte pronto a difendere i propri ideali, dall’altra abbarbicato ad un atavico egoismo e a fatui bisogni materiali. Gli spettacoli di Gaber, attraverso un percorso narrativo di umorismo fulminante, sempre raffinato e leggero, riuscivano a muovere corde profonde con una semplice intuizione ribadendo principalmente il valore sacro della libertà, del coraggio delle proprie idee e della dignità dell’Io. Con “Far finta di essere sani” seppe trattare, sotto vari punti di vista, la crisi dell'individuo moderno che si trova a vivere in una società preda dello stress, dell'alienazione, dell'insoddisfazione perenne, sempre impegnato a trovare modi per nascondere a sé stesso e al prossimo il senso opprimente della propria incapacità di inserirsi pienamente nel ciclo della vita. 

Fu un personaggio che restò sempre un outsider ripudiando il successo televisivo per reinventarsi e reinventare il teatro interpretando sé stesso in spettacoli ricchi di parole e brani musicali rimasti indelebili nella memoria. Molti di questi, tra i suoi più celebri, sono riproposti e reinterpretati attraverso la bravura di artisti come i “Musica da Ripostiglio” :Luca Pirozzi (voce, chitarra, banjo), Luca Giacomelli (chitarra), Raffaele Toninelli (contrabbasso), Emanuele Pellegrini (batteria e percussioni), un gruppo musicale pop-swing italiano formatosi a Grosseto nel 2009 che col tempo ha iniziato a collaborare con registi e attori del panorama italiano prestandosi sopratutto al teatro. I “Musica da Ripostiglio” si adoperano con genuinità a questa rielaborazione dell'opera di Gaber, grazie alla loro maestria musicale, l'affiatamento e il mood ironico che da sempre contraddistingue la loro produzione e le loro performance. I brani che ripropongono sono fra più celeberrimi, e i ritmi vanno dal pop, allo swing, al latino americano e al jazz. Alcuni di questi sono: Far finta di essere sani – Cerco un gesto, un gesto naturale – Lo shampo – L’impotenza – Dall’altra parte del cancello – La marcia dei colitici – L’idea – L’elastico – Il guarito – Un emozione – Chiedo scusa se parlo di Maria – Quello che perde i pezzi – La libertà. A cantare e interpretare i numerosi monologhi e sketch sono Enrico Ballardini e Andrea Mirò. Entrambi nelle vesti sia di attori che di musicisti, si destreggiano nell'uso di svariati strumenti musicali e tengono banco con un buon ritmo e il loro particolare carisma che rende lo spettacolo elegante e godibile. Gabrer fu il poeta della semplicità che seppe aprire strade nuove inventando uno stile assolutamente personale di ironia schizzata e surreale che risultava così accattivante ed esilarante anche perché confezionata su di sé, sulla sua fisicità, sulla sua vocalità, la sua mimica, la sua gestualità. Pertanto va riconosciuto il talento di Enrico Ballardini, attore e musicista, il quale non si lascia mai tentare dall'impulso dell'imitazione, trasferendo ai testi e alle canzoni una sua singolare verve. Andrea Mirò, cantautrice e compositrice polistrumentista, si alterna e duetta col suo compagno di scena in un gradevole equilibrio di cadenze, colori e melodie, in cui il ricordo di Gaber riverbera da lontano.

Susy Suarez 


ANDREA MIRÒ | ENRICO BALLARDINI E MUSICA DA RIPOSTIGLIO

FAR FINTA DI ESSERE SANI

LUCA PIROZZI
LUCA GIACOMELLI
RAFFAELE TONINELLI
EMANUELE PELLEGRINI

di Giorgio Gaber e Sandro Luporini
costumi Pamela Aicardi | luci Andrea Violato

produzione Viola Produzioni e TieffeTeatro Milano
in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber

progetto sostenuto da NEXT – Laboratorio delle Idee
spettacolo vincitore del Premio Franco Enriquez 2022

venerdì 7 ottobre 2022

CASSANDRA RESURREXIT - Regia di Jan Fabre


In scena dal 4 al 9 ottobre al Teatro Vascello "Cassandra Resurrexit"  
spettacolo in cui la simbologia classica si fonde con il contemporaneo grazie alla visone dell’artista Jan Fabre che ne firma la regia. La drammaturgia di Ruggiero Cappuccio fa risorgere la forza simbolica di un personaggio mitologico che mai come in tempi di crisi e calamità imminenti sprigiona tutta la sua intensità. La sacerdotessa Cassandra (Sonia Bergamasco) appare sulla scena vestita di nero, rigida, cinta da un ampia gonna, il volto coperto da un velo. La scenografia è essenziale, quasi scarna se non fosse per statuette di legno a forma di serpenti di varie dimensioni posizionate tutt’intorno, forse a richiamare la leggenda che vede Cassandra insignita dei suoi poteri profetici dai serpenti sacri nel tempio di Apollo. Cassandra nella mitologia greca è la profetessa di sciagure a cui nessuno crede, condannata ad essere infelice e inascoltata. Alla vigilia della sciagura che la nostra epoca ci prospetta, il suo corpo smembrato si ricompone per tornare in vita, riemerge dalla terra ormai contaminata e offesa dall’azione dell’uomo e con la gola ancora strozzata dal fango, chiede di essere ascoltata. 
Fabre divide i tempi della narrazione in cinque capitoli scanditi dall’angosciante ticchettio di un orologio. Le luci e i colori mutano e Cassandra si cambia d’abito in scena facendoseli scivolare addosso uno dopo l’altro come la pelle di un serpente. Prima nero, poi rosso, poi verde, poi blu e infine bianco. Cinque colori, cinque elementi della terra vituperata in nome del progresso (i meravigliosi costumi sono di Nika Campisi). E’ questa la chiave di lettura dominante del testo, cupo e apocalittico, in cui la sacerdotessa, attraverso quella che risuona come una lunga litania, implacabile vaticina l’autodistruzione dell’umanità. L’impatto d’insieme è indubbiamente di grande suggestione. Jan Fabre è d’altronde un artista sempre teso ad oltrepassare le barriere espressive e riesce a catapultare il pubblico in una dimensione onirica e surreale in cui rende visibile la catastrofe ecologica attraverso la fusione di suoni e immagini (musiche di Stef Kamil Carlens e effetti sonori di Christian Monheim). Sul fondale la proiezione senza sosta di un video in cui si intravede Cassandra muoversi nella nebbia, che con un’ascia tra le mani, quasi come in una danza eterna, cerca di tagliare il fumo in una battaglia tragica ed inutile.  Più che una pièce quasi un’opera d’arte contemporanea nella quale però la forza del messaggio viene depotenziata da un’estetica indubbiamente intensa ed elegante ma che in questo caso risulta ostica e sabotante. Anche le indiscutibili potenzialità interpretative ed espressive di Sonia Bergamasco restano ingabbiate in uno schema stilistico che la vede adoperarsi in una lunga litania senza un coerente cambio o crescendo di tensione. Il lungimirante e intenso testo di Cappuccio, di per sé intriso di un organico aulicismo classico, tra prosa e lirica, finisce nelle maglie di una sofisticata prosopopea radical chic, e nel suo valore estetico l’emozione si smarrisce, e Cassandra rischia di rimanere inascoltata, anche questa volta. 

Susy Suarez


RESURREXIT CASSANDRA – TEATRO VASCELLO: INFO ORARI E COSTI

Dal 4 al 9 ottobre
da martedì a venerdì h 21 – sabato h 19 – domenica h 17
Resurrexit Cassandra
Ideazione, regia, scenografia, video Jan Fabre
Testo Ruggero Cappuccio
Con Sonia Bergamasco
Ruggero Cappuccio dà voce al prologo
Musiche originali Stef Kamil Carlens
Effetti sonori Christian Monheim
Disegno luci Jan Fabre
Costumi Nika Campisi
Assistente alla regia e drammaturgia Miet Martens
Direzione tecnica Marciano Rizzo
Fonico Marcello Abucci
Direzione di produzione Gaia Silvestrini
sarto durante le prove a Troubleyn/ Jan Fabre, Anversa Mario Leko
Costumi realizzati da Officina Farani
Foto Hanna Auer, Marco Ghidelli
Film
direttore della fotografia Rutger- Jan Cleiren
cameraman Kasper Mols, Charles Pacqué
aiuto regista Alma Auer
tecnico luci Duncan Kuijpers
assistente di produzione Annemiek Totté
Produzione
Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Fondazione Campania dei Festival –
Campania Teatro Festival, Troubleyn/ Jan Fabre,
Carnezzeria srls, TPE Fondazione Teatro Piemonte Europa
Durata: 70 minuti