sabato 27 ottobre 2012

LA NOTTE POCO PRIMA DELLA FORESTA-con Pierfrancesco Favino- Regia Francesco Gioielli- (Recensione)


Presentata come “lettura drammatizzata” di lettura ha molto poco, a parte il copione con cui Favino si accompagna e che lo aiuta a non perdere la corrente del lungo e impetuoso flusso di parole che è questo monologo di Bernard-Marie Koltès. Ciò non sembra limitare per nulla la forza della sua presenza scenica, non costringe la sua libertà di lasciarsi trascinare dalla marea di emozioni, immagini, visioni, di cui il testo ribolle, in un misto di istinto e consapevolezza, con una sincerità disarmante.
Da apprezzare anche il lavoro di adattamento compiuto sul testo, insieme a Lorenzo Gioielli, (il quale ne ha curato la regia), abilmente sfrondato dagli originali eccessi di lirismo. Ciò senza snaturarlo, rende tutto più fruibile e immediato, anzi, la poeticità di questo mondo notturno e visionario arriva con maggior forza, un mondo quasi onirico, popolato da personaggi borderline, mendicanti, prostitute e teppisti.
Il protagonista, con la sua parlata “straniera”, (Slavo? Nord Africano? Difficile dirlo), è un personaggio senza nome che finiamo per identificare con l'idea dello “straniero”, l'emblema del malessere, della solitudine, del sentirsi estranei, diversi, esiliati, di gente che fatica per riuscire a “nascere”, a ritrovare le proprie radici.
Favino evoca torrenti di immagini, una realtà fatta di solitudine metropolitana che è simbolica e concreta al tempo stesso, fisica e metaforica, carnale e poetica, urlata e sussurrata. Riesce con intensità a rendere tali metafore ardentemente vive, corporali, tangibili, lasciando però sempre delle domande, l’attesa, la sensazione di un viaggio nell’intimo denso di rabbia e nostalgia.
L'onestà con cui Favino riesce a vivere i suoi personaggi è un onestà che lascia attonito lo spettatore non abituato a riceverla con una tale potenza e nello steso tempo poi, con una tale semplicità, solo in una scena vuota senza nient'altro che una giacca sdrucita e il copione in una amano.
Vedere Favino in scena è un esperienza da non perdere, poiché dimostra in teatro come al cinema di avere quel talento fuori dal comune che lo ha reso l'attore di fama che merita di essere.
Susy Suarez 

                               Pierfrancesco Favino
in
LA NOTTE POCO PRIMA DELLA FORESTA“
lettura drammatizzata da Bernard-Marie Koltès
regia di Lorenzo Gioielli



Andato in scena il 26 ottobre nell'ambito del progetto "REP", un’operazione straordinaria che non ha precedenti nella programmazione teatrale nazionale.
Quaranta attori si sono riuniti nell’associazione culturale Gruppo Danny Rose, e hanno deciso di diventare impresari di se stessi per sfidare la crisi strutturale che sta attraversando la scena italiana, giocando autonomamente al ‘rilancio’ con ben 27 spettacoli, proposti a rotazione in una programmazione che vede un doppio spettacolo al giorno per 2 mesi consecutivi, al Teatro Spazio Uno di Vicolo dei Panieri 3 

venerdì 5 ottobre 2012

E'VERO (Radiance) - Regia Paolo Sassanelli (Recensione)


 In scena al Teatro Spazio Uno il 4 e 5 ottobre (repliche  20, 21, 23, 25  ottobre) questo testo del'autore australiano Nowra, è un perfetto esempio di drammaturgia contemporanea di qualità, pregno di passione, sentimento e sorprese che incollano letteralmente gli occhi e le orecchie dello spettatore al palcoscenico. Questa messa in scena per la regia di Paolo Sassanelli, rispetta e valorizza l'anima dell'opera, grazie anche al talento di tre attrici che se pur molto diverse tra loro, riescono ognuna a trovare una verità nei loro tormentati personaggi e a risultare credibili nei panni di tre sorelle.
Ci troviamo di fonte al dramma familiare di tre donne che si rincontrano dopo una lunga lontananza il giorno del funerale della madre, un padre mai conosciuto, figura su cui aleggiano inquietanti segreti. Tre personalità perseguitate ognuna dal proprio bagaglio di ombre e fantasmi del passato, dal quale, finalmente insieme, tenteranno di liberarsi. Grande energia delle tre interpreti, ritmi mai calanti, scene pregne di pathos in cui non mancano sferzanti battute che giungono nei momenti giusti a smorzare i toni della tragedia e fanno ridere di gusto. Suggestive le diapositive proiettate tra un cambio di scena e l'altro, che insieme alla musica, rimandano a ricordi di un infanzia perduta, ad attimi di malinconica serenità. Uno spettacolo da non perdere e da promuovere, essendo anche uno dei tanti in scena al Teatro Spazio Uno nell'ambito del progetto “REP”, la compagnia di repertorio: un’operazione straordinaria che non ha precedenti nella programmazione teatrale nazionale.
Quaranta attori si sono riuniti nell’associazione culturale Gruppo Danny Rose, e hanno deciso di diventare impresari di se stessi per sfidare la crisi strutturale che sta attraversando la scena italiana, giocando autonomamente al ‘rilancio’ con ben 27 spettacoli, proposti a rotazione in una programmazione che vede un doppio spettacolo al giorno per 2 mesi consecutivi. Questa operazione dimostra come grazie a Dio reagire si può, e come noi attori possiamo avere la forza di non lasciarci spegnere umanamente ed artisticamente dall'attuale sistema produttivo.
Susy Suarez


E'VERO (Radiance)
con MARIT NISSEN, GIULIA WEBER, GIULIA FRANCIA
Regia di PAOLO SASSANELLI