lunedì 31 ottobre 2016

IL CORPO GIUSTO - Regia Marcello Cotugno


In scena dal 27 al 30 ottobre al teatro Dell'Orologio “Il corpo Giusto” per la regia di Marcello Cougno. Qual è il corpo giusto? Come dovrebbe essere? Cosa sarebbe disposta a fare una donna per poter arrivare ad ottenerlo? Ma soprattutto, esiste il corpo giusto? Uno spettacolo al femminile ma il cui messaggio non ha confini di sesso, etnia o religione. Il dramma dell'eterna battaglia col nostro involucro, il disagio che sopravvive attraverso le epoche, le mode e le culture, diventando sempre più una vera e propria ossessione collettiva. Quando a un gruppo di donne americane indigenti e appartenenti a etnie differenti è stato chiesto che cosa avrebbero cambiato nella loro vita se ne avessero avuto la possibilità, la maggioranza ha risposto: il peso.
Marcello Cotugno porta in scena questo testo di Eve Enstler, autrice statunitense famosa per la ancor più nota opera “Monologhi della Vagina” . “Il corpo Giusto” è altrettanto acuto, lucido e ironico, e vede tre attrici di età e tipi fisici differenti, trasformarsi in figlie, mogli, madri raccontando le loro piccole storie, diverse declinazioni di una nevrosi collettiva.
Cotugno fa in modo che proprio il corpo sia in primo piano. Le attrici sono coperte per la maggior parte della pièce, solo da scarna lingerie color carne, che poco cela forme e imperfezioni. Elisabetta De Vito in una sottoveste chiara altrettanto succinta, fa da filo conduttore tra le varie storie, incarnando l'autrice stessa la quale riflette, si interroga e interroga il pubblico, gioca con lui, cerca risposte.
L'energia non manca a nessuna dalle tre interpreti, le quali si trovano a doversi destreggiare tra personalità, dialetti e cadenze differenti in una stimolante prova attoriale che affrontano con talento. La scena è molto semplice. Cubi bianchi e piattaforme a specchio sulle quali le attrici si muovono, saltano sul loro riflesso, ci si affacciano, lo calpestano. Alle loro spalle proiezioni di immagini pubblicitarie anni 50, epoca in cui già il tamburo della pressione mediatica iniziava a battere nella testa delle donne sempre più incessantemente. Interessante la scelta delle musiche, tra cui il ritornello degli Die Antwoord “I am your butterfly,I need your protection, Need your protection” che ritorna incessantemente come un'ipnotica cantilena. “Il corpo giusto” è uno di quegli spettacoli che sia uomini che donne dovrebbero assistere a cicli cadenzati, immersi come ormai siamo in una cultura in cui cercare di essere perfetti è un obbligo sociale. Il finale è il grido universale che ognuno di noi ha bloccato alla bocca dello stomaco perennemente a dieta. E ci si mette a nudo in tutti i sensi, quando il corpo non fa più paura, perché è giusto, così com'è.
Susy Suarez




Il corpo giusto
drammaturgia di Eve Ensler
traduzione di Monica Fiorini
regia, colonna sonora MARCELLO COTUGNO
con ELISABETTA DE VITO, FEDERICA CARRUBA TOSCANO, RACHELE MINELLI
scene e costumi GIULIO VILLAGGIO
disegno luci Stefano De Vito
art director IRENE ALISON
aiuto regia NATHALIE CARIOLLE
assistente alla regia MARTINA GARGIULO
social media management ELIA BEI
INFO & PRENOTAZIONI
La prenotazione è vivamente consigliata: 06 6875550, biglietteria@teatroorologio.com
INTERO: 15 euro, RIDOTTO: 12 euro, UNDER25 e UNIVERSITARI: 8 euro 
ingresso consentito ai soli soci: tessera associativa annuale 5 euro

martedì 18 ottobre 2016

"LE BAL" - Regia di Giancarlo Fares

Le Bal” in scena al Teatro Sala Umberto dall'11 al 23 ottobre, per la regia di Giancarlo Fares, è Ispirato ad uno spettacolo francese del 1980 del Théâtre du Campagnol, che viene proposto in versione tutta italiana con una numerosa compagnia di giovanissimi attori. In Le Bal non servono parole, tutto è affidato unicamente alla musica, all'intreccio di corpi e al ritmo travolgente e incalzante delle danze, degli amori, dei litigi, i giochi di seduzione e i dolori di otto coppie che ci trascinano in viaggio nel tempo, dalla seconda guerra mondiale fino alla tragica caduta delle torri gemelle. Una fusione tra varietà, pantomima e balletto che propone soprattutto una riflessione sul rapporto tra la vita di ognuno e i grandi sommovimenti storico-sociali. Uno spettacolo corale che vede in scena ben sedici attori (otto uomini e otto donne), trasformatisi in ballerini provetti grazie a un' evidente dura preparazione sotto la direzione di Giancarlo Fares (il quale non si è esentato dal mettersi alla prova in scena insieme ai suoi attori), e della coreografa Ilaria Amaldi. Brillante la scelta delle canzoni, pietre miliari impresse nella coscienza collettiva che muovono le corde della nostalgia. Si passa dal twist al tip tap, dal rock and roll al boogie woogie, dal valzer alla disco music anni 70, in un susseguirsi di argute soluzioni registiche che portano a repentini cambi di costume, a sottolineare i mutamenti della moda e della società, man mano che si salta da un decennio all'altro. Il ritmo è così turbinoso che anche chi non ama particolarmente gli spettacoli musicali non soffrirà la mancanza di dialoghi, ma sarà rapito dalla girandola di piccole situazioni che offrono le otto coppie, quasi sempre in scena contemporaneamente, le quali a volte vivono situazioni e sentimenti diversi, al ritmo della stessa musica, portando lo spettatore a non saper più su chi concentrare la propria attenzione. Un' esplosione di musica ed energia.

Susy Suarez





LE BAL
L’Italia balla dal 1940 al 2001”
da LE BAL, una creazione del Théâtre du Campagnol da un’idea e nella regia di Jean-Claude Penchenat
con
Giancarlo Fares, Sara Valerio
Alessandra Allegrini, Riccardo Averaimo, Alberta Cipriani, Vittoria Galli, Alice Iacono, Matteo Lucchini, Fancesco Mastroianni, Davide Mattei, Matteo Milani, Pierfrancesco Perrucci, Maya Quattrini, Michele Savoia, Patrizia Scilla, Viviana Simone
coreografie ILARIA AMALDI
scenografia MARCO LAURIA
costumi FRANCESCA GROSSI
light designer LUCA BARBATI
sound designer GIOVANNI GRASSO
11 – 23 OTTOBRE 2016





domenica 9 ottobre 2016

IL FUNAMBOLO- Regia di Daniele Salvo


Una scelta ardita quella di mettere in scena questo testo di Genet, uno dei suoi meno navigati, al confine con la pura letteratura. Un saggio, un breve poema in prosa sull'arte del funambolismo, un ardente inno all'arte del circo dietro il quale si nascondono fosche riflessioni.
Daniele Salvo riesce a dargli una dimensione teatrale amalgamando sapientemente musica, danza e effetti visivi, i quali creano uno spettacolo dalla dimensione onirica e suggestiva. Nel 1957 Genet indirizza un giovane acrobata, Abdallah, all'arte del funambulismo. Tutto si svolge nell'arena di un circo, è tutto lì il claustrofobico mondo di Abdallah, dedito a un'unica missione, una gabbia in cui il suo mentore lo ammaestra attorcigliandolo in un gioco crudele d' “amore” malato e torbido. Questo spettacolo sin da subito ha il sapore di una cerimonia ammaliante dall'intenso impatto visivo, a partire dalle splendide immagini di repertorio che ci introducono in un mondo dalle atmosfere decadenti e “retrò”. Due ballerini (Yari Molinari e Giovanni Scura) fanno da contrappunto con eleganti e sinuose coreografie, la voce di Melania Giglio che ci canta antiche canzoni francesi nei panni di un pagliaccio gotico e sinistro. Andrea Giordana interpreta Genet con asettico rigore. Giuseppe Zeno, la cui presenza scenica sembra perfetta per interpretare questo personaggio un po' surreale di funabolo-burattino, non è di certo agevolato dall'ostico testo a esprimere le sue capacità attoriali. L'unico modo di veicolare una simile opera in teatro, è principalmente attraverso il potere evocativo della musica, della danza e delle immagini, cosa che in questo spettacolo avviene con acuto lirismo, che a tratti sfiora la ridondanza, ma che non può non imprimersi nello spettatore con potenza.

Susy Suarez

TEATRO VASCELLO
dal 4 al 7 ottobre 2016 h 21 | PROSA E CIRCO
IL FUNAMBOLO
di Jean Genet
Traduzione di
Giorgio Pinotti
con Andrea Giordana,Giuseppe Zeno, Melania Giglio
Danzatori
Yari Molinari, Giovanni Scura
Musiche originali Marco Podda
Coreografie
Ricky Bonavita
Scene
Fabiana Di Marco
Costumi
Daniele Gelsi

regia Daniele Salvo
produzione BIS Tremila di Marioletta Bideri