domenica 9 dicembre 2018

LE SORELLE MATERASSI - Regia di Geppy Gleijeses


In scena al Teatro Quirino fino al 9 dicembre tornano “Le sorelle Materassi”, l'adattamento teatrale del celeberrimo romanzo di Aldo Palazzeschi diretto da Geppy Gleijeses. Questo classico della letteratura italiana, composto nel 1938 dal novelista toscano, è stato già oggetto di celebri adattamenti, come il film del 1943 di Ferdinando Maria Poggioli o la miniserie televisiva Rai per la regia di Mario Ferrero nel 1972. Non è semplice portare sulla scena uno dei romanzi più belli della letteratura italiana, di un autore dallo straordinario stile narrativo, ma questa trasposizione teatrale riesce pienamente a rendere giustizia all'opera grazie anche all' ottima rielaborazione del testo di Ugo Chiti.
I ritmi sono dosati con oculatezza. Un inizio dai tempi più placidi e dilatati, che aiuta a introdurre il contesto, si apre col divertente sogno di Carolina: un improbabile incontro col papa costruito con un efficace gioco di ombre, in cui la donna racconta spudoratamente al pontefice tutta la loro vita.
Con l'entrata in scena del tanto decantato nipote, il ritmo sale coinvolgendo sempre più lo spettatore nella grigia esistenza delle due zitelle, Carolina (Milena Vukotic) e Teresa (Lucia Poli), dedite al lavoro di ricamatrici per il quale sono rinomate nell'ambiente alto borghese.
Comprendiamo che le due anziane donne hanno trascorso una vita di sacrifici e austerità, motivo per cui quando piomba nelle loro vite il nipote Remo, rimasto orfano di madre (la defunta quarta sorella Materassi), vengono travolte da un vortice di quella gioventù e spensieratezza a loro preclusa e iniziano a viverla per la prima volta attraverso lui. Ammaliate anche dalla straordinaria avvenenza del giovane si ammalano di un amore cieco che risveglia in loro un misto di sopiti istinti materni e sensuali. Le sorelle finiscono con l'esserne totalmente soggiogate. Remo al suo arrivo è praticamente semi-analfabeta ma le zie riescono a fargli prendere in pochi mesi la licenza elementare. In seguito però il ragazzo si rifiuta di continuare gli studi. Remo inizia a vivere come un dandy di provincia, fannullone e pretenzioso; tutto gli viene concesso e perdonato, anche le continue scorrerie che con gli amici perpetra in casa, dando fondo alle riserve di vino e cibo delle donne, le quali paradossalmente si divertono a osservare il gruppo di giovani gozzovigliare allegramente a loro spese. Il tutto anche con la complicità della fedele serva Niobe (Sandra Garuglieri), anch'essa stregata dalla leggera alterigia del giovane. La domestica tuttofare, sorniona e semplice d'animo, con impeto di popolana, irrompe sulla scena donando il suo tocco brillante.
L'unica a essere immune al suo fascino è Giselda (Marilù Prati) terza sorella riaccolta in casa dopo un fallito matrimonio con un giovane nobile dissoluto. I rapporti con la sorella non sono idilliaci: Teresa e Carolina non hanno mai compreso e accettato la decisione di Giselda di sacrificare il dovere alla passione. Giselda, ormai disincantata, odia tutto il genere maschile trattandolo con freddezza e indifferenza.
Perfette nei rispettivi ruoli Lucia Poli e Milena Vukotic, sia per la loro fisicità esile e spigolosa, sia per la maestria con la quale sono riuscite a catturare l'anima dei personaggi di Palazzeschi. Carolina appare più tenera e remissiva mentre Teresa a tratti si mostra meno arrendevole, ma entrambe in realtà sono accomunate dalla medesima profonda fragilità. Un duo eccezionale che dosa con mestiere e talento comicità e malinconia. Il vanesio e superbo Remo è interpretato da Gabriele
Anagni, il quale comunica con incisività la mancanza di qualsiasi scrupolo morale del personaggio. La scenografia di Roberto Crea è semplice ed evocativa. Tutta l'azione si svolge in un' unica sala della casa, al centro della quale incombe il “carceriere delle due sorelle”: il tavolo da lavoro. Sul fondo un grande arco che da' all'esterno dietro il quale si profila l'ombra di un imponente albero che lascia immaginare la presenza di un giardino. I costumi hanno quel gusto nostalgico di un tempo, da quelli più rigorosi della quotidianità indossati dalle sorelle ai ridicoli “vestiti della festa”, strabordanti di trini e merletti, sfoggiati nelle due uniche occasioni in cui si allontanano dalla casa. Le musiche di Mario Incudine contrappuntano i momenti più toccanti. Struggente la scena in cui, sedute in proscenio, le donne si spogliano lentamente dalle estrose vesti pulendosi via il trucco, piegate e sconfitte e nel silenzio ci trasmettono tutto il dolore e la rassegnazione. Sembrano quasi essersi rese finalmente conto del gioco sadico nel quale sono cascate, ma nelle scene successive capiamo che nonostante tutto, non potranno mai uscirne. Ormai prosciugate nell'animo e nel portafogli, l'amore per Remo è per assurdo tutto ciò che rimane loro. Le sorelle Materassi è uno spettacolo elegante. Armonioso incontro tra teatro e letteratura dalla regia snella e organica che verrà apprezzato sia da chi conosce già il romanzo da cui è tratto, sia da coloro i quali approcciano per la prima volta alla storia di Palazzeschi. Un dramma familiare le cui tinte ironiche ne svelano tutta l’intrinseca insensatezza.
Susy Suarez

Le Sorelle Materassi

Di Aldo Palazzeschi
Adattamento Ugo Chiti
Regia Geppy Gleijeses
Scene Roberto Crea
Costumi Accademia Costume e Moda
Interpreti principali Lucia Poli, Milena Vukotic, Marilù Prati
Produzione Gitiesse Artisti Riuniti