La
forza simbolica e misteriosa di questo capolavoro shakespeariano ha
ispirato numerosi registi. E' impossibile non avere la tentazione di
scavare nelle mille motivazioni e metafore della vicenda di
Prospero, duca
di Milano, catapultato su di un'isola deserta assieme alla figlia
Miranda, quando questa aveva solo tre anni, a seguito dell'esilio
ordito dal fratello Antonio con l'ausilio del Re di Napoli. Un'isola
sulla quale, dodici anni dopo, appare all'orizzonte la nave dei suoi
atavici nemici, che farà naufragare per adempiere la tanto agognata
vendetta.
L'allestimento
di Binasco punta sull'essenzialità. Quinte rossicce che richiamano
i colori della sabbia e della
desertica desolazione di una isola. Stimabile la decisone di affidare
tutta la scena al talento evocativo degli attori, alle
musiche inedite di Arturo
Annecchino, che ben convogliano e
valorizzano l'impatto emozionale delle scene, insieme a soluzioni
acustiche interessanti.
Con Shakespeare a volte è davvero difficile non rendere i momenti descrittivi troppo lenti e prolissi, ma Binasco riesce ad equilibrarli bene con quelli in cui l'azione si fa più intensa, mantenendo sempre un buon ritmo.
Con Shakespeare a volte è davvero difficile non rendere i momenti descrittivi troppo lenti e prolissi, ma Binasco riesce ad equilibrarli bene con quelli in cui l'azione si fa più intensa, mantenendo sempre un buon ritmo.
Da apprezzare anche il fatto che non
si sia lasciato tentare dall'intraprendere una delle troppo spesso
incoerenti derive rivisitazionistiche, che il più delle volte
rincorrono inutili sensazionalismi nella spasmodico desiderio di
risultare originali e “svecchiare” questi imperituri classici.
William sarà anche stanco di rigirarsi nella tomba.
Di certo
c'è molta aspettativa intorno alla regia di Binasco, il quale ci
offre un ottimo Prospero, convincente e pieno d' anima. Riesce a
guidarci con intensità attraverso la sua vendetta, la passione e la
redenzione. Ma la pièce non è priva di falle, come soluzioni
attoriali un po' abusate e scontate, soprattutto l'eccessivo uso del
dialetto, che almeno per alcuni personaggi appare davvero
superfluo.
L'unica protagonista femminile, Miranda (Deniz
Ozdogan), dopo un inizio convincente,
perde totalmente di vigore e si adagia su una piattezza che
l'accompagnerà fino alla fine. Ammirevole il lavoro sul corpo e
sulla voce di Gianmaria
Martini, nei panni di Calibano il
quale sembra uscito da un girone infernale. Lo schiavo deforme e
maltrattato da Prospero, in questa
versione ricorda un po' un
invertebrato, un Gollum shakespeariano che ha un forte impatto.
Azzeccata l'idea di mettere nei panni dello spirito Ariel, un anziano
signore dalla camminata incerta e gli occhi malinconici, che suscita
tenerezza e simpatia. Questo personaggio (interpretato da Fabrizio
Contri) racconta di una libertà
riconquistata, e dopo aver suscitato musiche e incanti, evocato
apparenze mostruose e terrori, guida gli uomini, prima resi folli poi
fatti rinsavire, al compimento di un disegno benigno.
La Popular Shakespeare Kompany offre un'allestimento di ottimo livello di un' opera non affatto semplice da metter in scena. Nelle arti magiche di Prospero, si potrebbe riconosce anche un riferimento al potere illusionistico del teatro stesso: il drammaturgo, proprio come il mago, è colui che sa evocare una realtà fittizia, una vita di fantasia che sulle scene, sembra vivere di vita propria, e rispetto alla quale la vita reale appare non solo come la matrice originaria, ma a sua volta come una occasione per riflettere sulla labilità di tutte le cose.
La Popular Shakespeare Kompany offre un'allestimento di ottimo livello di un' opera non affatto semplice da metter in scena. Nelle arti magiche di Prospero, si potrebbe riconosce anche un riferimento al potere illusionistico del teatro stesso: il drammaturgo, proprio come il mago, è colui che sa evocare una realtà fittizia, una vita di fantasia che sulle scene, sembra vivere di vita propria, e rispetto alla quale la vita reale appare non solo come la matrice originaria, ma a sua volta come una occasione per riflettere sulla labilità di tutte le cose.
Susy
Suarez
TEATRO VASCELLO (Roma)
25
febbraio - 16 marzo 2014
- Popular
Shakespeare Kompany
LA
TEMPESTA
di William
Shakespeare
Regia
di VALERIO BINASCO
S
pettacolo
della Popular Shakespeare Kompany
con (in o.a.): Alberto
Astorri, Valerio Binasco,Fabrizio Contri, Andrea Di
Casa, Simone Luglio, Gianmaria Martini, Deniz
Ozdogan, Fulvio Pepe, Sergio Romano, Roberto
Turchetta, Ivan Zerbinati
Musiche
originali: Arturo Annecchino
Scene: Carlo de Marino
Costumi: Sandra
Cardini
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