Il
Calapranzi (The Dumb Waiter), è il terzo testo scritto da Harold Pinter nel 1957, all'inizio del suo lavoro di drammaturgo e decisamente quello più
«beckettiano».
Questo
atto unico vede rinchiusi in uno scantinato due killer, Ben
(Francesco Montanari) e Gus (Riccardo De Filippis), in attesa di
indicazioni per il loro prossimo incarico. In uno spazio angusto e
squallido, i due si scambiano frasi di convenienza, sguardi,
considerazioni. Uno squarcio di tempo che potrebbe essere considerato
banale, se non fosse per il fatto che i due stanno aspettando di
uccidere qualcuno. Un dramma sull’attesa, sull'inquietudine, sul
progressivo incremento della tensione. Pinter
gioca con dialoghi vuoti, illogici, irrazionali, tutto sul filo
dell’assurdo senza mai essere veramente surreale. Ed è proprio
intorno al marchingegno di un calapranzi, che inizia a ruotare
tutta l'azione. Delle comande iniziano a scendere giù nel loro
nascondiglio, ma non sanno chi è che le invii. Ciò innesca
l’esplosione dei dialoghi e l’emergere delle due personalità. I
due killer esprimono
una verità che coglie e rappresenta la meccanicità dei
comportamenti e dei dialoghi quotidiani ed al tempo stesso i violenti
ed intangibili terrori dell’inconscio.
Sono
i due attori a disegnarci le personalità dei personaggi, i quali
sembrano perfettamente in parte anche grazie alle loro fisicità: il
muscoloso Francesco Montanari, (rigido,
autoritario e distaccato), ed il più magro e dinoccolato Riccardo De
Filippis (nervoso, emotivo, dal bisogno di parlare e di farsi
domande). Anche se i personaggi di Pinter hanno bisogno di un vero e
proprio lavoro di cesello per prendere corpo e spessore reale, lavoro
che in questo caso sarebbe potuto esser più approfondito,
considerando anche il talento dei due interpreti.
La
pièce manca un po' di intensità, di quella tensione claustrofobica,
quel senso di incombenza che avrebbe potuto essere reso più
palpabile. Tutta
la
situazione è una metafora acuta e nervosa, il materializzarsi di
quel senso opprimente di minaccia esistenziale che grava sulla vita
di ogni essere umano e che si unisce alla violenza perpetuata da una
società che impone le sue regole dall'alto lasciando solo lo spazio
per accettarle.
Susy
Suarez
TEATRO
BIBLIOTECA QUARTICCIOLO
sabato
1 marzo 2014 ore 21.00
domenica
2 marzo 2014 ore 18.00
di
| Harold Pinter
traduzione di
| Alessandra Serra
con
| Francesco Montanari e Riccardo de Filippis
regia di
| Giorgio Caputo
disegno
luci | Giorgio Caputo, Stefano
Lattavo
venerdi
28 febbraio ore 18,30 Simone
Nebbia incontra Francesco
Montanari presso la Biblioteca
Quarticciolo
Nessun commento:
Posta un commento