martedì 25 febbraio 2014

IL CALAPRANZI- Regia di Giorgio Caputo

Il Calapranzi (The Dumb Waiter), è il terzo testo scritto da Harold Pinter nel 1957, all'inizio del suo lavoro di drammaturgo e decisamente quello più «beckettiano».
Questo atto unico vede rinchiusi in uno scantinato due killer, Ben (Francesco Montanari) e Gus (Riccardo De Filippis), in attesa di indicazioni per il loro prossimo incarico. In uno spazio angusto e squallido, i due si scambiano frasi di convenienza, sguardi, considerazioni. Uno squarcio di tempo che potrebbe essere considerato banale, se non fosse per il fatto che i due stanno aspettando di uccidere qualcuno. Un dramma sull’attesa, sull'inquietudine, sul progressivo incremento della tensione. Pinter gioca con dialoghi vuoti, illogici, irrazionali, tutto sul filo dell’assurdo senza mai essere veramente surreale. Ed è proprio intorno al marchingegno di un calapranzi, che inizia a ruotare tutta l'azione. Delle comande iniziano a scendere giù nel loro nascondiglio, ma non sanno chi è che le invii. Ciò innesca l’esplosione dei dialoghi e l’emergere delle due personalità. I due killer esprimono una verità che coglie e rappresenta la meccanicità dei comportamenti e dei dialoghi quotidiani ed al tempo stesso i violenti ed intangibili terrori dell’inconscio.
Sono i due attori a disegnarci le personalità dei personaggi, i quali sembrano perfettamente in parte anche grazie alle loro fisicità: il muscoloso Francesco Montanari, (rigido, autoritario e distaccato), ed il più magro e dinoccolato Riccardo De Filippis (nervoso, emotivo, dal bisogno di parlare e di farsi domande). Anche se i personaggi di Pinter hanno bisogno di un vero e proprio lavoro di cesello per prendere corpo e spessore reale, lavoro che in questo caso sarebbe potuto esser più approfondito, considerando anche il talento dei due interpreti.
La pièce manca un po' di intensità, di quella tensione claustrofobica, quel senso di incombenza che avrebbe potuto essere reso più palpabile. Tutta la situazione è una metafora acuta e nervosa, il materializzarsi di quel senso opprimente di minaccia esistenziale che grava sulla vita di ogni essere umano e che si unisce alla violenza perpetuata da una società che impone le sue regole dall'alto lasciando solo lo spazio per accettarle.
Susy Suarez


TEATRO BIBLIOTECA QUARTICCIOLO
sabato 1 marzo 2014 ore 21.00domenica 2 marzo 2014 ore 18.00
di | Harold Pinter
traduzione di | Alessandra Serra
con | Francesco Montanari e Riccardo de Filippis
regia di | Giorgio Caputo
disegno luci | Giorgio Caputo, Stefano Lattavo
venerdi 28 febbraio ore 18,30 Simone Nebbia incontra Francesco Montanari presso la Biblioteca Quarticciolo

Nessun commento:

Posta un commento