giovedì 20 febbraio 2014

MATERNITY BLUES- Regia Elena Arvigo

Maternity Blues” prima di essere il titolo di questa coraggiosa pièce, è il nome quasi musicale di una patologia, che in realtà,nei giorni immediatamente successivi al parto, colpisce il 70 per cento delle donne, e può trasformarsi in vera e propria depressione. La gravidanza e la maternità non sempre sono uno dei momenti più felici nella vita di una donna, e molte si trovano a dover convivere e lottare con l’ombra di questo squilibrio che in casi estremi può persino sfociare nell'infanticidio. Nella stanza caotica e dimessa che le quattro protagoniste condividono presso una struttura psichiatrica giudiziaria, si consumano le loro giornate di detenute.
Eloisa (Elena Arvigo), nervosa, attaccabrighe, dal passato di alcool e droga e amori violenti ed effimeri, Marga (Elodie Treccani), l'ultima arrivata nell'istituto, la giovane Rina ( Xhilda Lapardhaja) che ancora ha voglia di sognare un nuovo amore e Vincenza (Amanda Sandrelli) che non ce l’ha fatta a sopportare il peso di quattro figli con un marito assente ed affida il suo dolore alla preghiera. Nella loro convivenza forzata, tanti piccoli drammi, alleanze, inimicizie, confessioni e soprattutto un dolore con cui devono fare i conti ogni giorno. Tutto per loro si trascina nervosamente in una vita vuota e fredda, fatta di rancori, ricordi, rimpianti e di incapacità di dare un senso alla quotidianità, che si incanala in una serie di ritualità che riempiono il tempo senza farlo vivere. La regia di Elena Arvigo riesce con efficacia a ricreare il sapore di realistico della loro intima quotidianità, come se stessimo spiando dal buco della serratura della cella, fatta di quattro brandine ed un tavolo. Intuizioni registiche che riescono in maniera convincente a sottolineare il vuoto e il disorientamento che provano le protagoniste, ma anche il senso di claustrofobia e di vertigine che le attanaglia. Le attrici sono state dirette con sensibilità ed attenzione. Sono le pause ed i silenzi a riempire la scena più delle parole, ed esprimono la forza tragica delle loro differenti interiorità, affrontando un' indagine senza assoluzione né condanna.
Il cosiddetto "istinto materno", che secondo l'opinione comune è impensabile possa vacillare, tanto meno cedere a un simile abominio, è in un certo senso demistificato e considerato, come altri istinti umani, ugualmente vulnerabile.
Sorprende invece come queste donne scelgano di vivere, giorno dopo giorno, abituandosi a una dannazione, da cui non potranno mai liberarsi del tutto. E' sorprendente, come recitano le parole di una delle donne: "Quanto può essere ostinato e resistente il cuore di una donna."
Susy Suarez

Dal 18 febbraio al 2 marzo

MATERNITY BLUES

di Grazia Verasani

Regia Elena Arvigo
con
Elodie Treccani - Marga
Amanda Sandrelli  - Vincenza
Xhilda Lapardhaja
- Rina
Elena Arvigo - Eloisa

Teatro Belli
Piazza di Sant'Apollonia, 11, 00153 Roma
06 589 4875

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