La realistica ricostruzione della sala di un
cinema abbandonato, una donna legata a una sedia è
costretta a vedere il video di un uomo che confessa il suo spietato
delitto, lo stesso uomo che lo guarda insieme a lei e che la tiene
prigioniera.
Poi
il ritmo cresce sempre di più, si viene rapiti dalla voglia di
sapere, capire le regole del gioco che si sta giocando davanti ai
nostri occhi, un gioco folle, contorto e subdolo senza esclusione di
colpi, in cui finiamo col non capire più chi sia davvero la vittima
e chi il carnefice.
Da
subito è chiaro che quello a cui assisteremo è uno spettacolo
forte, dalle tinte fosche, un noir che mescola e rimescola emozioni,
in cui la tensione sale e scende come sulle montagne russe.
Si
innesca una lotta che rivela il rapporto grottesco e malato che ha
legato i due protagonisti, il mondo interiore complesso e
contraddittorio dell'uomo, il suo rapporto con la realtà fragile e allucinatorio. Entrambi mettono in campo bugie, tranelli, strategie
per vincere lei la libertà, lui la vendetta.
Luciano
Melchionna, ideatore del fortunatissimo format teatrale “Dignità
Autonome di Prostituzione”, riesce a tirar fuori tutto il pathos e
la potenza della scrittura drammaturgica e a gestire al meglio le
personalità artistiche dei due noti attori, a cui va riconosciuto un
certo coraggio a essersi misurati in teatro con dei personaggi dal profilo
psicologico non certo semplice.
Lo
spettacolo sottolinea le contraddizioni di una società a rischio di
disordine mentale, ci atterrisce perché mostra quanto possano
diventare tortuosi e aberranti i meccanismi interni che regolano i
rapporti umani e sociali, ci racconta di quando qualcosa esplode
nella coppia e brucia l’amore, lo capovolge, lo profana fino
all’estremo.
Ciò
si associa anche al tema del tanto attuale problema del
femminicidio, da sempre una piaga sociale, ma esploso solo
recentemente all'attenzione dei media.
Sorprendete
anche come si riesca con fluidità a cambiare registri e passare
dalla trepidante angoscia, ai toni più leggeri, quasi da commedia
che prende quando a un tratto tutto sembra potersi risolvere in
maniera pacifica.
Un
thriller psicologico, un ping pong dialettico intenso e serrato.
Chi
vincerà il gioco al massacro?
Susy
Suarez
ARTÚ
di Gianluca Ramazzotti
e Ente Teatro Cronaca di Giuseppe
Liguoro
Claudia
Pandolfi e Francesco Montanari
in
“PAROLE
INCATENATE”
un
thriller di Jordi
Galceran
versione
italiana di Pino
Tierno
scene
Alessandro
Chiti
costumi
Michela
Marino
disegno
luci Camilla
Piccioni
musiche
originali Gianluca
Attanasio
26/12/2013
- 08/01/2014 - Parole
incatenate a Roma
- Teatro Quirino, Roma
10/01/2014
- 12/01/2014 - Parole
incatenate a Pesaro
- Teatro Rossini, Pesaro
14/01/2014
- Parole
incatenate a Porto Sant'Elpidio
- Teatro delle Api, Porto Sant'Elpidio
15/01/2014
- 19/01/2014 - Parole
incatenate ad Ancona
- Teatro Sperimentale, Ancona
20/01/2014
- Parole
incatenate a Crevalcore (BO)
- Auditorium Primo Maggio, Crevalcore
21/01/2014
- 23/01/2014 - Parole
incatenate a Modena
- Cinema Teatro Michelangelo, Modena
24/01/2014
- Parole
incatenate a Villadossola
- Teatro La Fabbrica, Villadossola
25/01/2014
- Parole
incatenate ad Asti
- Teatro Alfieri, Asti
26/01/2014
- Parole
incatenate a Vercelli
- Teatro Civico, Vercelli
28/01/2014
- 29/01/2014 - Parole
incatenate a Lugano
- Teatro Cittadella, Lugano
30/01/2014
- Parole
incatenate a Sanremo
- Sanremo, Sanremo
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