In
scena al Piccolo Eliseo dal 22 al 31 marzo “Zero”
scritto e interpretato da Massimiliano Bruno. Definirlo
semplicemente un monologo teatrale non renderebbe giustizia a questo
ottimo pezzo di drammaturgia
contemporanea che rispecchia perfettamente quella che è la cifra
stilistica del suo autore, fatta di quell'ironia sempre arguta e
brillante di chi riesce a essere leggero ma senza grossolanità,
profondo ma senza retorica, che bandisce ogni tipo di volgarità,
anche lì dove il linguaggio si fa più diretto. Nonostante Bruno sia
da solo in scena per novanta minuti, “Zero” si può definire uno
spettacolo corale tanta è la forza evocativa con la quale
materializza uno ad uno una galleria di personaggi con la sola
efficacia della parola e della presenza scenica, giocando con
dialetti differenti, cadenze, posture, gestualità.
I
protagonisti sono cinque amici d'infanzia, ormai adulti, ma che non
hanno mai imparato a convivere col dolore e la rabbia per la tragedia
che li accomuna in un'insana voglia di vendetta. Bruno tesse le fila
della narrazione che si dipana lentamente in un crescendo che lascia
gli spettatori avvinti nella brama di capire quale sia il fil rouge
che lega personaggi così differenti tra loro per estrazione,
personalità, cultura e provenienza. Bruno passa da un personaggio
all'altro con disinvoltura; nei suoi occhi a tratti scintilla
l'euforia, naviga il dolore, traspare l'ironia, sfolgora la
malvagità, in un perfetto connubio tra padronanza del mestiere,
cuore e generosità.
L'allestimento
di Alessandro
Chiti
è raffinato e funzionale. Il palco è diviso in due nella sua
lunghezza da un pannello adorno di figure stilizzate che ricordano i
tratti della street art, le quali diventano più o meno
distinguibili a seconda dei colori e dei giochi di luce. Dietro di
esso si intravedono i componenti della band che dal vivo scandiscono
i tempi e le atmosfere della narrazione con eleganza e precisione.
Disposte
lungo il palco solo cinque sedie con al centro il “trono”
dell'onorevole Rizzo, un uomo malvagio, grottesco e volgare,
tutt'altro che inverosimile ritratto di molti uomini di potere,
intorno al quale il cerchio si chiude.
Sarà
la magia immaginifica del teatro a trasformare quelle semplici sedie,
prima in una stazione di polizia, poi nell'interno di una macchina,
in un'elegante villa o in uno strapiombo sul mare di notte.
“Zero”
è un teatro di parola, affidato unicamente alla capacità
dell'interprete di sostenere i suoi personaggi fino alla fine e di
trasmettere e creare suggestioni, immagini, emozioni.
La
regia di Furio
Andreotti sembra
essere orientata su una
buona comunicazione con l'attore in modo da canalizzare al meglio le
sue attitudini, insieme a un ottimo lavoro di squadra.
Un
Massimiliano Bruno da togliere il fiato per la forza interpretativa,
talento e l'indubbio mestiere di chi proviene da una lunga gavetta
teatrale iniziata sin da giovanissimo, dimostrando come anche dopo
anni di assenza dalle scene (questo è il suo primo spettacolo dopo
ben dieci anni lontano dalle tavole del palcoscenico) il fuoco di un
bravo attore sia incapace di spegnersi.
Ciò che resta è lo sdegno di fronte alla corruzione e alle dinamiche prevaricatrici
di una politica marcia, gretta e senza scrupoli che ben conosciamo e
che troppo spesso resta impunita, la cui tracotante arroganza riesce
a percepire il prossimo solo come uno “zero”. Importante e
significativo l'accenno al caso Cucchi e la condotta violenta e
immorale che talvolta vige anche tra le forze dell'ordine. Il
pubblico resta in bilico tra risate, atterrimento e la commozione nel
vivere la storia di queste differenti umanità, il cui apogeo si
manifesta in un abbraccio collettivo nel quale i cinque amici si
stringono. Un intreccio d'amore, dolore ed estenuato abbandono, fino
ad arrivare a un finale che strizza il cuore e strappa applausi di
gratitudine.
ZERO
Scritto e interpretato da: Massimiliano Bruno
Regia: Furio Andreotti
Chitarra e basso: Massimo Giangrande
Piano rodhes e moog: Andrea Biagioli
Violoncello: Fabrizia Pandimiglio
Batteria e percussioni: Augusto Zanonzini
Fonico audio: Sante Di Clemente
Musiche di: Massimo Giangrande
Scene: Alessandro Chiti
Costumi: Alberto Moretti
Assistente alla Regia: Susan El Sawi
Produzione: Corte Arcana | Isola trovata
Nessun commento:
Posta un commento