In
scena al Teatro Brancaccino dall'11 al 21 aprile, “Ovvi
destini” la nuova opera drammaturgica firmata da Filippo
Gili che ancora una volta, fedele alla sua cifra stilistica, ci
introduce a un'intimità familiare su cui pesa qualcosa di
profondamente tragico e amaramente ancestrale. Chiamare quelle di
Gili semplicemente “tragedie familiari” sarebbe superficiale e
riduttivo. I suoi lavori aprono uno squarcio sull'incoerenza e la
feroce ironia della condizione umana, sulla parte oscura che alberga
in ognuno di noi e che può venir fuori anche e soprattutto quando
vengono chiamati in causa legami carnali come quelli familiari. Nel
caso di “Ovvi Destini” le protagoniste sono tre sorelle. La
minore (Daniela Marra) paraplegica è costretta su una sedia a
rotelle, un'altra appare più consapevole e protettiva (Anna
Ferzetti), e la terza (Vanessa Scalera)affetta
dalla malattia del gioco d'azzardo è, tragedia nella tragedia,
erosa da un senso di colpa, un segreto nascosto che la comparsa di un
uomo misterioso (Pier Giorgio Bellocchio) riporterà alla
luce. Chi è realmente costui che si palesa come un sinistro “genio
della lampada”? Una creatura del male, un untuoso ricattatore come
può apparire all'inizio, o in fin dei conti una voce della coscienza
giunta ad offrire un'irripetibile possibilità di redenzione?
Molteplici le interpretazioni per questa pièce che gioca su diversi
livelli psicologici e metaforici. L'allestimento è semplice e
funzionale: una libreria, un divano e altri pochi elementi scenici.
L'azione si svolge tutta in un unico interno al centro del quale,
elemento ricorrente nelle opere di Gili, la tavola da pranzo simbolo
dell'intimità domestica intorno cui ci si incontra e scontra senza
esclusione di colpi. Sia nella scrittura che nel registro
interpretativo è tutto
misurato in modo che anche i fattori più inverosimili riescono a non
apparirci poi così tali. Due sorelle chiamate dalla disperazione a
credere nell'incredibile, avvinte così nel gioco sadico di scelte
impossibili. Ancora una volta Gili gioca a rimestare là dove pochi
osano, nel fascino sinistro del senso del tragico portato al suo
parossismo. La morte, la sofferenza, gli istinti primordiali e
quell'ego che, travalicando la nostra coscienza, ci porta a compiere
scelte apparentemente atroci al cospetto della ragione e del cuore.
E'
soprattutto grazie all'interpretazione asciutta e di ottimo livello
di tutti e quattro gli interpreti che lo spettatore assimila e rivive
con le protagoniste quel travaglio di scelte difficili anche solo da
concepire, e a ragionare su quelli che sono i propri impulsi, i
propri lati oscuri, le proprie torbidezze e piccoli grandi egoismi.
Un'intensa prova teatrale che ci racconta come l'inconscio può
rivelarsi un feroce dittatore e che il destino, in fondo, non è
sempre poi così ovvio.
Susy Suarez
OVVI
DESTINI
con
Pier Giorgio Bellocchio, Anna Ferzetti, Daniela Marra, Vanessa Scalera
FOTO Luana Belli GRAFICA Elena Ciciani
VIDEO David Melani
UFFICIO STAMPA Rocchina Ceglia
DISTRIBUZIONE Stefano Pironti
ORGANIZZAZIONE Giancarlo Nicoletti - Cinzia Storari
SCENE E COSTUMI Alessandra De Angelis – Giulio Villaggio
DISEGNO LUCI Giuseppe Filipponio
MUSICHE Paolo Vivaldi
AIUTO REGIA Flavia Rossi
con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Pier Giorgio Bellocchio, Anna Ferzetti, Daniela Marra, Vanessa Scalera
FOTO Luana Belli GRAFICA Elena Ciciani
VIDEO David Melani
UFFICIO STAMPA Rocchina Ceglia
DISTRIBUZIONE Stefano Pironti
ORGANIZZAZIONE Giancarlo Nicoletti - Cinzia Storari
SCENE E COSTUMI Alessandra De Angelis – Giulio Villaggio
DISEGNO LUCI Giuseppe Filipponio
MUSICHE Paolo Vivaldi
AIUTO REGIA Flavia Rossi
con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Regia
di Filippo Gili
Produzione
di Altra Scena & Argot Produzioni
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