Winston
vs Churchill in scena al teatro Ambra Jovinelli dal 13 al
25 febbraio apre uno spiraglio dal
quale sbirciare il grande statista nel privato della solitudine
domestica. Nato
da una famiglia dell’aristocrazia inglese fu soldato, giornalista,
scrittore, parlamentare e leader di partito. Icona del suo tempo,
appare come un gigante che regge il peso di chi ha fatto la storia e
dell'eredità di scelte che hanno cambiato vite, ma al contempo,
anche semplicemente un uomo con i suoi rimpianti, capricci e orgogli.
Il Churchill di Battiston è un Churchill un po'
sgangherato e mal ridotto: impreca, sbraita, ruggisce e si dimena
sulla scena come un leone in gabbia, a tratti malinconico e
rassegnato, amaramente ironico, sferzante e sarcastico.
Proverbiale
era il suo amore per i sigari, per il whisky e il gioco d'azzardo,
passioni sulle quali si divertiva a fare apertamente ironia. Restano
indimenticabili molti dei suoi taglienti motti di spirito, tra i
quali: «Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di
calcio e le partite di calcio come se fossero guerre».
Giuseppe
Battiston con la sua presenza scenica e potenza attoriale,
riporta in vita un uomo anziano ma ancora tenace, irruento e
sanguigno, che nonostante sia ormai sul viale del tramonto si mostra
ancora come un vulcano di vita, desideri e rimpianti.
Solo
e ammalato, l'unica compagnia è quella della giovane infermiera
(Maria Roveran) che lo accudisce, la quale, nonostante
all'apparenza timida e computa, saprà tenergli testa. L'umanità del
politico affiorerà sempre di più grazie anche al confronto con
questa donna, che con polso e decisone smuoverà le tempestose acque
della sua coscienza scalfendone la corazza.
Ormai
l'unica preoccupazione è andarsene con stile. L'uomo esorcizza lo
spauracchio della morte giocando a ricordare le citazioni sulle
ultime frasi famose pronunciate dai grandi della storia prima di
morire.
Pochi
e funzionali elementi scenici che rievocano l'arredo di una elegante
casa anni '50: una poltrona di pelle racchiusa in un cerchio di luci,
come a delimitare il campo di battaglia, un ring entro il quale
Winston si raffronta e scontra con Churchill. A terra una radio dalla
quale riecheggiano stralci dei suoi
discorsi politici, molti dei quali passati alla storia, e un
mappamondo che al suo interno nasconde bottiglie del suo vizio più
amato. Le musiche degli Iron Maden irrompono metalliche evocando il
fragore del campo di battaglia.
Winston
vs Churchill è un atto unico che solleva riflessioni sul senso della
politica e sulle responsabilità di uomo politico verso il popolo,
una retrospettiva della figura pubblica forse più controversa del
‘900 ad opera di Carlo Gabardini, autore teatrale,
conduttore radiofonico e attore comico il quale ha scritto pensando
proprio a Battiston come all’interprete ideale in grado di
restituirci la figura complessa, contraddittoria e imprevedibile del
primo ministro inglese. Diretto da Paola Rota con l'apporto
dell'ottimo disegno luci di Andrea Violato, Battiston ci
regala una grande prova attoriale e si dimostra sempre convincente al
teatro come al cinema.
Churchill
contro se stesso, leggero e intenso, malinconico e orgoglioso.
Gabardini con questo testo prova a dare di Churchill un ritratto
privato
inconsueto e a
renderlo una figura romantica, in
perenne conflitto con il proprio ruolo e con il concetto di potere.
Il testo indaga il suo carattere spigoloso, l’amorevole rapporto
con la
moglie Clementine, la singolare
passione per i gatti, ed è ricco di aneddoti che ricordano anche i
dolori
familiari di cui è stata costellata la sua esistenza indugiando
anche sugli incubi che tornano a tormentare l’uomo responsabile
della morte di centoquarantatremila uomini nella campagna di
Gallipoli. Battiston
affabula la platea per più di un' ora e
ci dona un
Churchill con un’ombra di inquietudine e una vena di incertezza
quasi inedite, come a voler aggiungere qualcosa di nuovo all’immagine
dell’uomo scorbutico ma bonario e del politico risoluto e testardo
che tutti abbiamo in mente quando pensiamo al Primo ministro inglese.
Un
Churchill
così non l’avevamo mai visto né immaginato.
Susy Suarez
Winston
vs Churchill
di
Carlo G. Gabardini
con Giuseppe Battiston
e con Maria Roveran
regia di Paola Rota
lucia Andrea Violato
scene Nicolas Bovey
costumi Ursula Patzak
suono e musica Angelo Longo
una produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo
con Giuseppe Battiston
e con Maria Roveran
regia di Paola Rota
lucia Andrea Violato
scene Nicolas Bovey
costumi Ursula Patzak
suono e musica Angelo Longo
una produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo
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