Tutte
le volte che sentiamo il nome di Amleto nel titolo di uno spettacolo
teatrale, siamo portati a pensare che ci si stia per trovare dinnanzi
all'ennesima improbabile rivisitazione del classico dei classici, in
nome di una sedicente ricerca artistica, ma questo spettacolo non è
nulla di tutto questo, anzi, con arguta ironia dileggia proprio tale
mal costume. Amleto stanco di essere maltrattato e profanato dai
registi moderni, va in crisi, e colto da un esaurimento nervoso che
lo porta a non capire più esattamente quale sia il suo vero senso,
si ritrova su una sedia a rotelle, nel reparto di igiene mentale di
un ospedale, sorvegliato da due singolari infermieri. Amleto ci viene
presentato come un ragazzo giovane e fragile, il quale suscita quasi
tenerezza nel suo sentirsi confuso e schiacciato dal peso del
significato filosofico che da quattro secoli viene attribuito alla
sua tragedia e al suo personaggio, dalla gravità di quel “dubbio
universale” che si trascina dietro il suo monologo, divenuto il
monologo teatrale per antonomasia.
La
tragedia di Amleto in questo caso, diventa il volersi liberare dalla
tragedia. Con questa pièce, che ha tutti i toni della commedia, la
compagnia “L'uomo di Fumo” affronta un argomento per nulla
faceto.
Il
principe di Danimarca (Luca Carbone) finalmente si ribella, e
prova a spiegare il suo tormento al primario della clinica (Lorenzo
Parrotto), il quale per guarirlo gli propone di mettere in scena
il suo psicodramma, proprio con l'aiuto dei due improbabili
infermieri (Cosimo Frascella e Flavio Francucci). Ne
scaturiscono dialoghi surreali, battibecchi e gag che fanno perno
soprattutto sui buoni tempi comici dei due infermieri, che se pur
fannulloni e indolenti, prenderanno a cuore il caso del giovane
Amleto e involontariamente, con le loro parole, lo guideranno nel
suo percorso di consapevolezza.
Niente
scenografia, tutto poggia su un testo ben scritto, e quattro attori
giovani che gestiscono con sicurezza la scena.
Il
ritmo è serrato, sinergico l'incontro tra registri linguistici
differenti, quello popolare e folcloristico dei due infermieri e
quello del disorientato Amleto, il quale farnetica con linguaggio
aulico versi del bardo e profondi concetti intellettuali.
Amleto
vorrebbe solo riuscire a tornare alla sua autenticità, a spogliarsi
dal fardello del suo “personaggio” e poter essere solo una
“persona”. Vorrebbe rifuggire una volta e per tutte dai soprusi
dei registi contemporanei, i quali non sapendo resistere
alla tentazione di abbandonarsi alle più sottili analisi di
reconditi processi mentali e alla ricerca di un'originalità a tutti
i costi, lo rimestano sulla scena agghindato nei modi più
indecorosi.
Ce
la farà il giovane principe di Danimarca finalmente ad emanciparsi?
Un
dubbio resta, ma che non sia amletico.
Susy Suarez
Reparto Amleto
scritto e diretto da Lorenzo Collalti
con Luca Carbone, Flavio Francucci, Cosimo Frascella, Lorenzo Parrotto
con Luca Carbone, Flavio Francucci, Cosimo Frascella, Lorenzo Parrotto
Produzione Teatro di Roma - Teatro Nazionale
in collaborazione con L’Uomo di Fumo - Compagnia Teatrale
in collaborazione con L’Uomo di Fumo - Compagnia Teatrale
Spettacolo vincitore di Dominio Pubblico edizione 2017
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