“Il
Gatto”
in scena al teatro
Piccolo Eliseo
dal 25 ottobre all'11 novembre, è una pièce tratta
da uno dei romanzi che il prolifico scrittore Georges
Simenon
scrisse negli ultimi anni della sua produzione. Simenon,
ormai più che sessantenne, volle narrare la storia di due
personaggi che come l'autore, sono fotografati sulla soglia della
loro vecchiaia. I due, entrambi vedovi, si incontrano e decidono di
sposarsi. Si ritrovano così a condividere gli ultimi anni della loro
vita solo e unicamente per non restare da soli.
La
loro unione di fatto non si realizza mai: non consumano il loro
matrimonio, non condividono il passato, i ricordi, l'appartenenza a
differenti estrazioni e men che meno quel loro nuovo presente.
Presto tutto diventa noia, solitudine, claustrofobica routine,
silenzi senza fine.
Un
giorno però, questa lotta di nervi quotidiana, fatta di ripicche
costanti, sguardi di sottecchi e frecciatine, raggiunge il suo acme
con la morte dell'adorato gatto di Émile (Elia
Schilton),
il quale si convince che ad ucciderlo sia stata la moglie che non
aveva mai potuto sopportarlo. Di ciò mai si avrà la certezza,
mentre inconfutabile sarà la colpevolezza di Émile
rispetto
alla morte del pappagallo di Marguerite(Alvia
Reale)
Quasi tutta la vicenda si svolge tra le mura di casa, tra polverose abitudini, silenzi, messaggi lapidari scritti su dei bigliettini e pasti consumati alla stessa tavola ma senza alcun tipo di condivisione.
Quasi tutta la vicenda si svolge tra le mura di casa, tra polverose abitudini, silenzi, messaggi lapidari scritti su dei bigliettini e pasti consumati alla stessa tavola ma senza alcun tipo di condivisione.
Tale
costante tensione psicologica, riesce quasi a farsi sentire nei nervi
dello spettatore, il quale si trova a fare i conti con istinti che
risiedono in tutti noi, persino in due insospettabili vecchietti, che
finiscono come due ragazzini, a infliggersi futili bassezze.
Ottimo
il lavoro di adattamento del testo di Flavio
Bussotti.
I
due protagonisti si fanno narratori di loro stessi, uscendo
continuamente dall'azione, parlano di sé in terza persona, per poi
ripiombare nella verità del presente scenico. La storia non si
dipana in maniera piatta e lineare, ma a dare dinamicità ad un
testo che batte sul senso di ossessione, chiusura e ostile rigidità,
sono i numerosi flashback. Tutta la vicenda infatti, parte dal
climax, cioè la morte dell'adorato gatto di Émile, per
poi tornare indietro ai tempi non sospetti del loro primo incontro,
dai toni quasi teneri, tra emozioni e leggeri imbarazzi, e rientrare
a vedersi consumare l'inesorabile tracollo della loro vita coniugale.
Incalzanti
musiche, dai toni ansiogeni negli opportuni snodi, concorrono ad
accompagnare ancor più efficacemente lo spettatore nel delirio
psicopatologico di questo quadretto familiare.
Le
scelte registiche sono armoniose e funzionali, assecondate da due
attori di indubbio mestiere, senza dimenticare l'incursione di una
“terza incomoda”, la signora Martin (Silvia
Maino)
la quale inizia a rompere il patologico equilibrio della loro
solitudine venendo a far visita a Marguerite
per pregare e spettegolare con lei. Alvia
Reale
è
chiamata a incarnare donne molto diverse tra loro, ed è notevole
la disinvoltura con la quale passa dal fare lascivo e sfrontato della
cameriera di facili costumi con cui l'anziano marito si intrattiene
saltuariamente in un bar notturno, e la spensierata leggerezza della
defunta ex moglie di Émile.
Il
pubblico resta in bilico tra il riso e l'atterrimento, di fronte a
dinamiche che possono apparire surreali e tragicomiche, ma che
insinuano il sospetto misto a consapevolezza che simili degenerazioni
dei rapporti umani possano essere realtà, quando a un punto della
vita la ragione si sfalda e ci si sente persi e senza più una vera
identità.
Susy Suarez
Il
gatto
Dall’omonimo
romanzo di Georges Simenon
Adattamento
Fabio Bussotti
Con
Alvia
Reale
Marguerite
Elia
Schilton
Émile
e
Silvia Maino
Signora
Martin
Scene
Francesco
Ghisu
Costumi
Francesca
Novati
Luci
Carlo
Pediani
Suono
Alessandro
Saviozzi
Regia
Roberto Valerio
Produzione
COMPAGNIA
UMBERTO ORSINI
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