La
compagnia Carrozzeria Orfeo torna a Roma al teatro Piccolo
Eliseo con “Animali da bar”dall'11 al 22 gennaio. Le aspettative
di coloro che hanno potuto apprezzare l'anno scorso il loro fortunato
“Thanks for Vaselina”, non saranno disattese. La cifra stilistica
è inconfondibile, una raffica di allegro cinismo, ironie amare,
lapidarie affermazioni politicamente scorrette e l'uso selvaggio di
un linguaggio colorito ma che riesce ad essere mai volgare in un
contesto in cui c'è poco da avere peli sulla lingua. Ancora una
volta in scena ci vengono presentati personaggi borderline, poveri
diavoli alle prese con la fatica del vivere, il disagio della
condizione umana, che argutamente estremizzato, diventa universale e
credibile in ogni suo aspetto.
E
qual è da tempo immemore per antonomasia il ritrovo delle logore
anime in pena? Un sordido bar di periferia. Nella scenografia
prevalgono i toni cupi, al centro il malconcio bancone di un bar a
ferro di cavallo, ai lati un tavolino con due sedie, e un orinatoio.
La baracca viene gestita da Mirka (Beatrice Schiros),una donna
ucraina incinta la quale affitta il proprio utero in cambio di
denaro. I suoi clienti abituali sono Swarovski (Paolo Li Volsi),
uno scrittore caustico e disilluso affetto da nichilismo cosmico,
Milo (Gabriele Di Luca), imprenditore rampante dallo spiccato
accento padano, un sognatore che spera di far fortuna con la sua
agenzia di pompe funebri per animali domestici, Sciacallo (Pier
Luigi Pasino),un ragazzone reso storpio a una gamba da un
incidente adolescenziale, il quale soffre di bipolarismo originato
dal bullismo e l'emarginazione subiti a scuola, e Colpo di frusta
(Massimiliano Setti) il padre del bambino che Mirka porta in
grembo, buddista melariano, succube della violenza domestica della
moglie. Non ultimo per peculiarità caratteriali, il personaggio che
mai vedremo in scena, ma che si palesa solo vocalmente dalle casse di
un interfono con il quale è collegato al bar dal suo appartamento
ubicato al piano di sopra. E' lui il padrone della baracca, “il
vecchio” emblema dell'anziano incattivito e livoroso, al quale
presta la sua voce Alessandro Haber. Ed ecco che Carrozzeria Orfeo ci offre l'ennesimo gioiellino di drammaturgia contemporanea,
personaggi articolati, esemplari di realtà al limite, paradossali e
ridicoli ma allo stesso tempo fortemente connessi con la realtà che
ci circonda.
E'
questo che rende le loro storie penetranti e che ci porta a ridere
del razzismo, della solitudine, dell'intolleranza, dei luoghi comuni,
della paura della morte e quella della vita.
Nello
squallore, sprazzi di umanità, di solidarietà tra esemplari di uno
zoo grigio e desolato, e alla fine, anche nello spettatore, è la
compassione quella che prevarrà, non il disprezzo.
Tutti
gli interpreti padroneggiano il loro personaggio con sicurezza, senza
sbavature. Nei dialoghi serratissimi si intrecciano mille mondi, si
attraversano innumerevoli tematiche, e tutto resta in equilibrio
grazie al dinamismo di una regia che trascina come la coreografia di
una vivace canzone pop. Il bar si chiude con un colpo di scena
drammaturgico molto ben assestato. Sono pochi ormai coloro che
riescono a offrire spettacoli così “vivi”, che muovono un' onda
dentro, alla fine dei quali applaudo di gratitudine.
Susy Suarez
Susy Suarez
Animali
da bar
uno
spettacolo di Carrozzeria Orfeo
drammaturgia
Gabriele Di Luca
PREMIO
HYSTRIO TWISTER 2016
Con
Beatrice
Schiros, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti
Pier
Luigi Pasino, Paolo Li Volsi
Voce
fuori campo Alessandro Haber
Musiche
originali Massimiliano Setti
Progettazione
scene Maria Spazzi
Costumi
Erika Carretta
Luci
Giovanni Berti
Regia
Alessandro Tedeschi, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti
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