Il
pubblico viene accolto in sala da un' atmosfera fumosa, a ricordare i
miasmi della foresta nella quale Marlow (Valerio Di Benedetto)
guiderà gli spettatori a bordo del suo battello coloniale nel cuore
più tenebroso dell'africa nera. Questo monologo, è un adattamento
teatrale di un classico della letteratura, ed è ammirevole che venga
proposto a teatro in una forma fruibile e piacevole, che non solo non
snatura l'opera di Conrad, ma la rende dinamica e viva e la porta
anche a coloro i quali non hanno avuto il piacere di approcciarsi al
suo lavoro. Questo è un teatro della parola, affidato unicamente
alla capacità dell'attore di sostenere il proprio personaggio fino
alla fine e di trasmettere e creare suggestioni, immagini, emozioni,
solo con la forza del verbo e della presenza scenica. In questo
Valerio Di Benedetto riesce a pieno, tessendo i fili della narrazione
con incisività.
In
scena unicamente una panca di legno e la sua persona, in vesti
coloniali di epoca tardo vittoriana, i quali bastano a trasferire
visivamente il pubblico in un'altra epoca. Da apprezzare le
interessanti sfumature conferite a questo personaggio letterario, che
in realtà si tratta di Conrad stesso, la testimonianza
autobiografica di un viaggio che si trasformerà
in un percorso morale, ed in una
denuncia sociale alla colonizzazione
europea in Africa.
Il
suo percorso può essere interpretato come una catarsi, e la ricerca
del viaggiatore scomparso (Kurtz)
non è altro che la ricerca di se stesso, del suo alter ego, di
quella parte più tenebrosa ed
istintuale di se stesso piena di pulsioni violente
e distruttive. Il percorso sul fiume è
una sorta di viaggio nella mente
dell’uomo, dove vengono presentate le sue componenti di
selvatichezza, brutalità, paura,
delirio, pulsioni nelle quali è
possibile riconoscere il legame indissolubile che lo lega alla
foresta tenebrosa.
In
pièce come questa, la regia si incentra soprattutto su una buona
comunicazione con l'attore che riesca ad orientare al meglio le sue
attitudini, e su un buon lavoro di squadra circa lo studio del
personaggio. In questo caso la capacità di Virginia Acqua si evince
dalla penetrante intensità che riesce a raggiungere l'interprete, il
quale non perde mai di forza passaggio dopo passaggio.
Per
un attore il monologo teatrale è sempre una sfida, se poi si tratta
di un classico che esamina la follia, la parte più oscura dell'animo
umano, ciò può essere una prova ancor più audace e pericolosa, che
Valerio Di Benedetto supera a pieni voti.
Susy
Suarez
DAL 19 AL 29 MARZO 2015
CUORE DI TENEBRA dal romanzo di Joseph Conrad
adattamento e regia di Virginia Acqua con Valerio di Benedetto
al TEATRO STUDIO UNO, Via Carlo della Rocca, 6
CUORE DI TENEBRA dal romanzo di Joseph Conrad
adattamento e regia di Virginia Acqua con Valerio di Benedetto
al TEATRO STUDIO UNO, Via Carlo della Rocca, 6
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