giovedì 31 ottobre 2013

LA VOCE UMANA / IL BELL'INDIFFERENTE
- con Adriana Asti e Mauro Conte (Recensione)

In scena al teatro Piccolo Eliseo di Roma, due monologhi culto della drammaturgia del 900 scritti da Jean Cocteau a distanza di undici anni l'uno dall'altro. Più che monologhi, dialoghi col silenzio, con l'assenza ed il dolore della solitudine.
Ne “La voce umana” lo straziante addio di una donna al suo amante dopo anni di relazione clandestina, le parole rotolano tra frasi mozze, silenzi interlocutori, riuscendo a restituire al pubblico anche la voce dall’altro capo dell’apparecchio.
Ne “Il bell'indifferente” fa la sua raggelante comparsa il compagno della donna, (il bel Mauro Conte) che dopo averle dato un paio di occhiate sdegnose, si stende con noncuranza sul letto nascondendosi dietro un giornale, e così resterà per tutto il resto della pièce, mentre la compagna gli riversa addosso fiumi di parole, uno sfogo di sofferenza e frustrazione nella disperata ricerca di comunicazione.
I toni in entrambi sono molto esasperati. Tra plateali scatti di rabbia e remissione, la Asti enfatizza il tormento della passione non corrisposta, riuscendo così a veicolare tutta la violenta verità del testo di Cocteau, verità da cui ognuno di noi, chi più e chi meno, è stato sfiorato, nello struggersi per un sentimento univoco, o per la sopraggiunta di un senso di abbandono, tanto che persino Adriana Asti riesce a risultare credibile, nonostante i testi siano stati palesemente scritti per una donna molto più giovane, anzi, è proprio questa dicotomia che maggiormente ci permette di percepire quanto queste due opere mettano di fronte ad emozioni e dinamiche che non hanno età. Empatizziamo col suo dolore, proviamo rabbia ed anche un po' di tenerezza nel ritrovare nella donna in scena, un atteggiamento che riconosciamo nostro, magari il modo nervoso di maneggiare la cornetta, di camminare o affrontare l'ansia per un' attesa angosciosa.
Adriana Asti è una gran signora del teatro e del cinema d'autore, che ha affrontato sempre personaggi dalla forte carica emotiva, per cui le donne che interpreta sono perfettamente nelle sue corde. La prima legata al telefono ed alla voce dell'amato come ad un respiratore dal quale succhia l'ultimo anelito d'ossigeno, la seconda colta nell'inane tentativo di ribellarsi ad una situazione di sudditanza ed isolamento fisico e mentale. Entrambe vittime di una passione accecante dalla quale saranno consumate, fino all'ultimo.
Susy Suarez 

Teatro Piccolo Eliseo  dal 29 ottobre | 3 novembre 2013
Adriana Asti inLA VOCE UMANA / IL BELL'INDIFFERENTE



di Jean Cocteau
  
traduzione René de Ceccatty
con Mauro Conte
 
regia Benoît Jacquot

scene Roberto Platè

costumi Nicoletta Ercole, Christian Gasc
luci Daniele Nannuzzi, Jacques Rouveyrollis
un progetto di Spoleto56 Festival dei 2Mondi

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