In
scena al teatro Piccolo Eliseo di Roma, due monologhi culto della
drammaturgia del 900 scritti da Jean Cocteau a
distanza di undici anni l'uno dall'altro. Più che monologhi,
dialoghi col silenzio, con l'assenza ed il dolore della solitudine.
Ne
“La voce umana” lo straziante addio di una donna al suo amante
dopo anni di relazione clandestina, le parole rotolano
tra frasi mozze, silenzi interlocutori, riuscendo a restituire al
pubblico anche la voce dall’altro capo dell’apparecchio.
Ne
“Il bell'indifferente” fa la sua raggelante comparsa il compagno
della donna, (il bel Mauro Conte) che dopo averle dato un paio di
occhiate sdegnose, si stende con noncuranza sul letto nascondendosi
dietro un giornale, e così resterà per tutto il resto della pièce,
mentre la compagna gli riversa addosso fiumi di parole, uno sfogo di sofferenza
e
frustrazione nella disperata
ricerca di comunicazione.
I
toni in entrambi sono molto esasperati. Tra plateali scatti di rabbia
e remissione, la Asti enfatizza il tormento della passione non
corrisposta, riuscendo così a veicolare tutta la violenta verità
del testo di Cocteau, verità da cui ognuno di noi, chi più e chi meno, è stato sfiorato, nello struggersi
per un sentimento univoco, o per la sopraggiunta di un senso di
abbandono, tanto che persino Adriana Asti riesce a risultare credibile, nonostante i testi siano stati palesemente scritti per una donna
molto più giovane, anzi, è proprio questa dicotomia che
maggiormente ci permette di percepire quanto queste due opere mettano di
fronte ad emozioni e dinamiche che
non hanno età. Empatizziamo col suo dolore, proviamo rabbia ed
anche un po' di tenerezza nel ritrovare nella donna in scena, un
atteggiamento che riconosciamo nostro, magari il modo nervoso di
maneggiare la cornetta, di camminare o affrontare l'ansia per un' attesa angosciosa.
Adriana Asti è una gran signora del teatro e del cinema
d'autore, che ha affrontato sempre personaggi dalla forte carica
emotiva, per cui le donne che interpreta sono perfettamente nelle sue
corde. La prima legata al telefono ed alla voce dell'amato come ad un
respiratore dal quale succhia l'ultimo anelito d'ossigeno, la seconda
colta nell'inane tentativo di ribellarsi ad una situazione di
sudditanza ed isolamento fisico e mentale. Entrambe vittime di una
passione accecante dalla quale saranno consumate, fino all'ultimo.
Susy Suarez
Teatro Piccolo Eliseo dal 29 ottobre | 3 novembre 2013
Adriana Asti in LA VOCE UMANA / IL BELL'INDIFFERENTE
Susy Suarez
Teatro Piccolo Eliseo dal 29 ottobre | 3 novembre 2013
Adriana Asti in LA VOCE UMANA / IL BELL'INDIFFERENTE
di
Jean Cocteau
traduzione
René de Ceccatty
con
Mauro Conte
regia
Benoît Jacquot
scene
Roberto Platè
costumi
Nicoletta Ercole, Christian Gasc
luci
Daniele Nannuzzi, Jacques Rouveyrollis
un
progetto di
Spoleto56 Festival dei 2Mondi
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