domenica 17 febbraio 2013

COME TU MI VUOI-regia Francesco Zecca - (Recensione)



In questo famoso dramma di Pirandello il tema centrale è quello a lui molto caro dell' ”identità” . Indaga il rapporto fra l’identità di una persona e se stessa come depositaria del proprio passato, dei propri ricordi, dei propri sentimenti, e il mondo relazionale che tutto ciò comporta.
La protagonista del lavoro è una donna che vive a Berlino, dove al termine di un trascorso non chiaro, ambiguo, forse molto doloroso, di cui ella stessa preferisce non parlare, da alcuni mesi è amante di uno scrittore, Karl Salter.
Proprio qui a Berlino viene riconosciuta da una certo Boffi come Lucia, una donna, moglie del suo amico italiano Bruno Pieri, che è andata dispersa durante gli eventi bellici della Prima Guerra Mondiale, probabilmente catturata e violentata dalle truppe austriache che avevano invaso la loro casa, e forse sopravvissuta a tanto strazio per viverne forse altrettanto in terra straniera.
Il riconoscimento, vero o falso che sia, apre un conflitto interiore nella donna che lascia l’amante, e torna in Italia col presunto marito.
In Italia vive segregata per alcuni mesi, in attesa di un riconoscimento ufficiale da parte della famiglia.
Ottimo il riadattamento di Masolino D'amico che riduce di molto ma non tradisce per nulla l'anima del testo pirandelliano, ne stravolge il linguaggio e l'ambientazione, che resta quella classica dei primi del 900.
Molto suggestive le coreografie, i cambi scena sembrano delle danze affascinanti e abilmente strutturate insieme a elementi scenici fortemente evocativi, quali le cornici che danno e tolgono vita ai personaggi.
Il testo non è semplice e richiede molta attenzione da parte dello spettatore, specialmente se non abituato a un determinato tipo di teatro, poiché la forza della filosofia pirandelliana è nascosta più che nella trama, tra le parole, e nel modo e nei tempi con le quali vengono espresse.
Le donne hanno sicuramente un ruolo centrale. Appropriata e gradevole l'interpretazione di Fancesca Farcomeni nel doppio ruolo della figlia di Salter e della sorella di Cia, così come Crescenza Guarnieri (la Zia Lena). Nulla da eccepire anche nelle appropriate interpretazioni del cast maschile tra cui Arcangelo Iannace (lo Zio Salesio), o il bravo e bello Andrea Gherpelli, convincente e ben misurato nel ruolo di Pieri, il marito di Cia.
Un regia scrupolosa e raffinata, un ottimo spettacolo se solo tutto il castello non si reggesse per forza di cose sulla protagonista, Lucrezia Lante della Rovere, la quale dovrebbe essere il perno vibrante della pièce.
Indubbio l'impegno che dimostra nell'offrirsi al pubblico, ma forse è proprio troppo zelante nel cercare di trasmettere un pathos che finisce col trasformarsi in uno stucchevole lamentoso cantico che mette a dura prova i nervi.
Uno spettacolo a cui nonostante ciò vale la pena assistere, proprio per la sua ottima costruzione e soprattutto perchè approcciarsi a un testo di Pirandello è sempre un occasione di godimento e autoanalisi.
Noi siamo ciò che facciamo. Ognuno è per il mondo e per sé, solo quel che fa, laddove le azioni diventano l’unica misura del nostro essere.
Essere? Essere è niente! Essere è farsi"
Susy Suarez 




COME TU MI VUOI
libero adattamento Masolino D’ Amico
con Crescenza Guarnieri e Simone Colombari
e con
Raffaello Lombardi, Arcangelo Iannace, Andrea Gherpelli, Francesca Farcomeni
Scene Francesco Ghisu
Musiche originali Paolo Daniele
Costumi Annapaola Brancia D’apricena
Luci Valerio Peroni
Lisa angiolillo
Coreografia “Come tu mi vuoi” di Simone Di Pasquale e Daniela Ayala
regia di Francesco Zecca






















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