giovedì 15 ottobre 2020

IL SOGNO DI UN UOMO RIDICOLO - Gabriele Lavia



Gabriele Lavia
è stato protagonista della serata evento tenutasi il 13 ottobre al Teatro Basilica nell'ambito della sezione “Frammenti”. La sezione propone una serie di spettacoli ed eventi speciali in attesa della nuova stagione che riprenderà a gennaio e che è stata “frammentata” purtroppo, dalla brusca interruzione causata dall'emergenza sanitaria.Frammenti” apre la strada alla ripresa e al rilancio di un gioiello nel panorama degli spazi teatrali romani ed è prezioso il coraggio e la resistenza di chi continua a lavorare per non abbandonarli al declino. Ne è testimone il pubblico numeroso ed entusiasta che, collocato in sala seguendo le norme del distanziamento vigenti, ha potuto godere dell'incomparabile magia di quel rito collettivo che è il teatro. 
Lavia riporta in scena quel che è ormai uno dei suoi cavalli di battaglia, il monologo Il Sogno Di Un Uomo Ridicolo” un racconto di Fëdor Dostoevskij scritto nel 1876 a cui il celebre interprete è sempre stato particolarmente legato, come egli stesso spiega nella breve introduzione con la quale si presenta al pubblico. Con modi semplici e destrutturati, evoca piccoli aneddoti sulla vita e la personalità dell'autore e filosofo russo, lasciando evincere anche un più stretto sentimento di comunanza d'animo con esso, per poi, con grazia e disinvoltura, entrare in parte. L'uomo ridicolo ci si palesa e ci guida attraverso la sua straordinaria esperienza. Nessun orpello scenico, nessun costume. La minimizzazione del tutto per parlare del tutto. 
Lavia si dona con prodigalità e il suo indubbio carisma e la proverbiale forte personalità, restano equilibratamente al servizio della narrazione, senza sovrastarla in alcun modo, anzi, sostenendo e valorizzando al massimo la parola di un autore che con la scrittura riusciva a radiografare l'anima dei suoi personaggi. Questa è la storia del cambio di rotta di un uomo privo di nome, di un “uomo ridicolo”, ma senza riso. Chi non si è sentito umiliato dalla vita a causa di se stesso? 
Lavia ci trascina in un lungo sogno dalle immagini vivide, passando da momenti di gotica cupezza quando narra della sua morte e della sua sepoltura, a momenti di gaiezza e utopica gioia nell'immaginarsi in un mondo di uomini puri e scevri da ogni corruzione d'animo. Una straordinaria analisi filosofica sotto forma di onirica avventura. L'uomo ridicolo ormai atterrito da quel che ritiene essere il più puro nichilismo, ordisce la fuga definitiva dal nulla e dall'ineluttabilità dell’indifferenza del mondo, ma l'incontro fortuito con una povera bambina lo porta a comprendere che la sua indifferenza era solo una protezione che non può impedirgli di provare sentimenti di pietà e vergogna. Mentre siede sulla poltrona di casa con la rivoltella con la quale medita di uccidersi, sente qualcosa incrinarsi nelle sue certezze e finisce per addormentarsi. Durante un viaggio fiabesco scopre la natura profonda dell’uomo, rinuncia al suicidio e si eleva a rivelatore della verità. Ma ben presto scoprirà che quella che ha ricevuto è una rivelazione amara, in un contesto sociale iperindividualista in cui nessuno è disposto ad ascoltarlo, viene considerato ridicolo, addirittura pazzo. 
Questa serata al Teatro Basilica, insieme a tutti i “Frammenti” che andranno in scena fino a dicembre, sono una boccata d'ossigeno verso un uovo slancio del fruire dell'arte e della cultura insieme. 
Lo stesso Gabriele Lavia sottolinea con queste parole: “Abbiamo sperimentato la segregazione dei corpi. L'essere umano deve toccarsi, ha bisogno del corpo, anzi è corpo. In teatro poi, è l'unica cosa che ci salva dal tradimento della parola" .

Susy Suarez


13 ottobre ore 21.00

TeatroBasilica 

GABRIELE LAVIA in

IL SOGNO DI UN UOMO RIDICOLO 

di Fëdor Dostoevskij Dostoevskij 

diretto ed interpretato da Gabriele Lavia

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