“Stike”
vede
la sua genesi nel Laboratorio
di Arti Sceniche
diretto
da Massimiliano
Bruno
in
cui tre giovani interpreti, studiando e allenandosi su delle scene
scritte da loro, hanno pensato di sviluppare una vera e propria
pièce. Già messa in scena
nel
2018 con un ottimo riscontro di pubblico, torna quest'anno in
cartellone al Teatro
De'Servi
dal
18 ottobre al 3 novembre. “Strike” è prima di tutto la storia di
una ricerca di riscatto più umano che sociale. Parla di amicizia,
della voglia di riuscire ad amare, di solidarietà tra coetanei,
desiderio di abbracciare ed essere abbracciati. Tre ragazzi molto
diversi tra loro ma accomunati nella loro personale lotta
generazionale contro la solitudine dell'anima. Tra delusioni d'amore,
padri assenti, famiglie sgangherate, la loro amicizia diventa
un'ancora da gettare nel mare di desolazione del cortile del Sert
di
una periferia romana. Tutta l'azione infatti, si svolge proprio di
fronte lo sportello di questo servizio sanitario pubblico per
tossicodipendenze nel quale Pietro (Giovanni
Nasta)
si ritrova, quasi per caso, avendo commesso una piccola bravata. E'
qui che incontra Dante (Gabriele
Berti),
un ragazzo di buona famiglia, laureando in psicologia buffo e
imbranato che si trova lì per svolgere il suo tirocinio da
psicologo. Nonostante i diversi background sociali e culturali, i due
ragazzi, tra una sigaretta e una scommessa ai cavalli, stringono
un'insolita amicizia. In seguito Tiziano (Diego
Tricarico)
fa la sua comparsa nel cortiletto del Sert. Sulle prime introverso e
sfuggente, troverà il coraggio di confessare ai nuovi amici la sua
amara storia. Gabriele Berti, Diego Tricarico e Giovanni Nasta
riescono a far ridere con una spontaneità tutta loro che li rende
brillanti senza mai alcuna forzatura, dimostrando una buona maturità
interpretativa nonostante la giovane età. Tre interpreti i quali
uniscono al talento un istinto
evidentemente
non appesantito dalle sovrastrutture formali che molti attori
rischiano di acquisire con il tempo e che, fungendo da filtro verso
la realtà, sono spesso un evidente impedimento psicofisico. Di certo
il fatto di aver ideato e scritto il testo di loro pugno concorre
alla tenuta di ritmi perfetti e al grande affiatamento che si
percepisce, guidato in maniera ottimale dalla regia di Gianni
Corsi sotto
la direzione artistica di Massimiliano
Bruno. Essendo
uno spettacolo in cui la struttura drammaturgica si rende
protagonista assoluta, una buona direzione attori diventa essenziale.
“Strike” è una commedia scritta e interpretata da giovani che
parla di giovani con un linguaggio giovane (si citano Instagram,
Facebook, influencers, si canta musica rap e si utilizzano
espressioni gergali e senza filtri) ma che possono e dovrebbero
vedere tutti, a tutte le età, perché apre una speranza nei rapporti
umani, nella famiglia, nell'amicizia, nella solidarietà
generazionale, ma senza moralismi. Generosità e forza interiore
servono per farsi avanti quando comprendiamo che tocca a noi, che è
il nostro turno di prendere la palla, mirare e fare Strike.
Susy
Suarez
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