Dopo
la scandalosa chiusura da parte della questura del Teatro
dell'Orologio, in cui lo spettacolo "Requiem for Pinocchio-La scoperta dell'esistenza" sarebbe dovuto
andare in scena dal 10 al 12 marzo, eccolo ospite al Teatro India per
una replica straordinaria.
“Requiem
for Pinocchio” è un lavoro della compagnia “Leviedelfool”
scritto e diretto da Simone Perinelli, nel quale l'attore mette in
scena un Pinocchio più da incubo che da favola. L'imperitura storia
del burattino di legno, si tinge di una modernità decadente e
claustrofobica. E' il racconto della dolorosa presa di coscienza di
un Pinocchio che divenuto umano, tornerebbe volentieri indietro per
scappare dall'ineluttabile destino di ogni uomo moderno,
l'imposizione di una serenità fittizia e inerte.
La favola di pinocchio
come pretesto per raccontare la realtà, in un intrecciarsi di
metafore, simbolismi e iperboli. La scrittura poetica e surreale è
un tuffo nell'inconscio collettivo, in un sogno in cui pensieri e
dialoghi sgorgano senza soluzione di continuità, un vortice che
potrebbe sembrare delirante, ma che in realtà ha una sua perfetta
costruzione. L'attenzione dello spettatore dovrà aggrapparsi
saldamente al filo di questa drammaturgia, composta da un amalgama di
stili, linguaggi arcaici e moderni, jingle tv, citazioni letterarie e
teatrali, iperboli, traslazioni e allegorie.
La messa in scena è
essenziale, un tavolo, un microfono e qualche oggetto di scena come
una corda, un lecca lecca, o una grossa testa di plastica da asino,
animale simbolo del lavoro servile, perché tutti noi sopravviviamo
asserviti a qualcosa o a qualcuno.
Perinelli è percorso da
un'energia senza posa sin dall'inizio, gioca con la voce, il corpo,
passa da un personaggio all'altro veloce come il ritmo dei suoi
movimenti a tratti quasi convulsi. Diventa burattino, Fatina,
Geppetto, Mangiafuoco, lesto come un folletto, e sarebbe arduo
riuscire a rincorrerlo se non fosse proprio per questa continua
carica elettrica che sprigiona, l'energia con la quale riempie il
palco in una prova d'attore indubbiamente impegnativa, soprattutto
per un attore che da solo in scena dirige se stesso, cosa che chi fa
questo mestiere sa quanto possa essere insidiosa.
C'è chi potrebbe
additarlo come esercizio di stile, e forse in qualche modo lo è, ma
ben riuscito e mai fine a se stesso. La disamina acuta e profonda
dietro la metafora fiabesca, non potrà essere colta da tutti, o
comunque non fino in fondo, perché “Requiem for Pinocchio” non è
uno spettacolo per chi desidera “spegnere” il cervello per
un'oretta, per apprezzarlo a pieno tocca farlo turbinare, accendere
l'immaginazione, avere prontezza di riflessi e di riflessione.
Susy Suarez
REQUIEM
FOR PINOCCHIO
La
scoperta dell'esistenza
di
e con Simone Perinelli
con
un estratto di “Emporium” di Marco Onofrio
regia
Simone Perinelli
aiuto
regia e consulenza artistica Isabella Rotolo
progetto
fotografico Guido Mencari
Nessun commento:
Posta un commento