venerdì 27 novembre 2015

ANTIGONE - regia di Filippo Gili



In scena dal 24 novembre al 6 dicembre al Teatro dell’Orologio l'Antigone di Sofocle per la regia di Filipo Gili, attore, autore e regista, il cui cammino artistico è tracciato da un filo conduttore dominante che va ad indagare nel senso del “tragico” portato al suo parossismo, della morte, e delle sue conseguenze sulla psiche umana. I personaggi di Gili sono caratteri differenti che si confrontano con la perdita, il lutto e la necessità di crudeli scelte imposte da un destino impietoso, concentrandosi soprattutto sull'ambiente familiare, su come le conseguenze di tali accadimenti, possano stravolgere e spezzare gli intimi equilibri sui quali poggia la sua istituzione. Appare quasi fisiologico il suo arrivare ad esplorare questo testo di Sofocle, a sottolineare il forte parallelismo tra tragedia contemporanea e tragedia classica, i cui topoi restano immutati nei secoli. Gili lo fa a suo modo, ponendo l'azione al centro e gli spettatori intorno, (caratteristica ricorrente nelle sue messe in scena), per il desiderio di cercare la continuità tra platea e spazio scenico e nel tentativo di demolire quanto è più possibile la quarta parete. La sua è la sensibilità tipica di un regista-attore, molto attento sul lavoro interpretativo, che si batte per tirar fuori la verità dalla parola, cosa sempre più complicata quando si ha a che fare con un linguaggio ormai lontano dai nostri codici. La scena è essenziale, fatta di due tavoli ed una seduta, ancorate dall'alto con delle funi, così da sembrar sospese, come in una bolla nella quale accade la realtà di cui siamo testimoni. Sul suo scranno Creonte (interpretato dallo stesso Gili) siede e verga con laboriosità un quaderno, chiuso nel guscio della sua cieca ostinazione. Nemmeno la veggente Tiresia, l'unica che sembra capace di tener testa al sovrano, riesce a portarlo alla ragione. Nonostante riesca a prevedere il futuro, esso cade addosso, schiaccia e strazia ognuno di loro, sia che lo si ignori, sia che lo si conosca o si creda di conoscerlo. Il potere pretende addirittura di plasmare il futuro, per questo il suo destino è alienazione e follia. Nessuna musica, nessun effetto sonoro, ogni cosa è affidata alla forza della parola ed alla presenza scenica degli attori. Assolutamente dirompete quella di Vanessa Scalera che interpreta Antigone, sanguigna leonessa travolta dalla sua dispersione-pazzia, ma tutti gli interpreti riescono con grande talento a non far insinuare la serpe della retorica nella parola e nei gesti.

Questa Antigone è un esempio di come la tragedia classica possa ancora arrivare al pubblico con potenza, rimanendo fedeli al testo e non dovendo necessariamente stravolgerlo o sottoporlo ad improbabili rivisitazioni modernistiche.

Susy Suarez 

                                                     ANTIGONE
con    Vanessa Scalera, Barbara Ronchi, Omar Sandrini, Alessandro Federico, Filippo Gili, Matteo Quinzi, Piergiorgio Bellocchio, Rosy Bonfiglio, Roberto Dellara

scene Francesco Ghisu

costumi Daria Calvelli

aiuto regia Silvia Picciaia

regia Filippo Gili


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