“Cherry
Doc's” in scena al teatro Dei Conciatori di Roma dal 5 al 14
aprile, è un atto unico di grande impatto emotivo. Due soli attori
sul palco ed il potente testo dell'autore Canadese David Gow, un
testo che esplora il sottile confine tra bene e male, la complessità
dell'odio. Lo stesso odio che spinge il giovane protagonista a uccidere senza un apparente motivo,(incitato dal branco e
dall'alcool),un cameriere extracomunitario pestandolo a sangue con le
sue Cherry Doc's, stivali “da guerra” con la punta di ferro che
compongono la divisa del gruppo di skinhead a cui appartiene.
Ironia
della sorte gli viene assegnato un avvocato d'ufficio ebreo (Antonio
Bonanotte), il quale accetta, anche se con riluttanza, di difendere il
giovane, poiché l'interesse professionale alla fine sarà più forte
di ogni ritrosia ideologica. Le sue stesse parole infatti, ce lo
dipingono come un uomo molto pragmatico, liberale e osservante.
Due
archetipi, due personaggi i cui parametri morali e valoriali sono radicalmente antitetici. All'inizio non riescono
nemmeno a guardarsi negli occhi, e chiusi nella stesa stanza, si osservano come tigri feroci.
Sono
soprattutto gli intensi monologhi a raccontarci dei loro mondi
interiori. La forza del testo è egregiamente valorizzata dalla regia
di Antonio Serrano, che asciutta e attenta, non ne sminuisce l'energia,
grazie anche a un allestimento semplice ma efficace. Pochi elementi
scenici a delimitare due spazi: una sedia quello dell'avvocato, mentre un
letto e una grata evocano la cella in cui è rinchiuso il giovane
skinhead. Ogni cosa appare incrinata e grigia, proprio come le loro
anime, entrambe tormentate e sofferenti, anche se in maniera diversa.
Le
battute lapidarie, il ritmo cadenzato, la severità dei movimenti,
riflettono l'ottusità cieca delle ideologie e dei pregiudizi razzisti di cui è
intriso il giovane. La sua vera prigione.
L'avvocato, sulle prime aggressivo e sarcastico, diventa un redentore, e lo convince a
collaborare e a venire a patti con la sua inumanità. Alla fine però, la redenzione sarà reciproca, poiché entrambi affronteranno i loro
demoni.
Ammirevole
l'energia del giovane attore Pierfrancesco Ceccanei, che sostiene i
ritmi senza mai calare, cosa non semplice lavorando su un testo così impetuoso, sia nei momenti di scontro brutale che di riflessione e
commozione.
Questo
spettacolo non ci parla solo di differenza, ma anche di similitudini
e di perdono. Alla fine ci si sentirà un po' come aver ricevuto
un calcio nello stomaco da quelle stesse Cherry Doc's, li dove parole
e atmosfere si poseranno e sedimenteranno una volta lasciato il
teatro.
Susy
Suarez
CHERRY
DOC'S
di
David Gow regia di Antonio Serrano
con
Antonio Bonanotte – Pierfrancesco Ceccanei
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