Come riverbera nel titolo, l'architettura di tutto lo spettacolo si poggia sul concetto di “casa”, intesa come nido, tana, luogo di spiritualità che plasma anche il nostro essere. Rubini calca la scena in un flusso di narrazione intervallandosi al leggio con brani scritti, tra gli altri,dall'architetto Ponti, il poeta Gibran e l'architetto e scrittore romano Vitruvio, i quali esaminano in diverse forme e prospettive la visione di architettura intesa come spazio vitale. Rubini rivive insieme al pubblico le tragiche disavventure fantozziane legate alle sue soluzioni abitative, in un viaggio autobiografico attraverso la sua gioventù e il periodo di lockdown, il quale è stato l'ispiratore di questo ritorno sulle scene. Gli aneddoti sono vari ed esilaranti. Ripercorrono il ricordo di navi da guerra affondate, case allagate, l'impari lotta con mefitiche esalazioni di tubature intasate o vasche da bagno che esplodono. E ancora il rapporto con la compagna, quello ancor più complicato con l'analista e infine il suo approccio troppo accondiscendente che lo fa cadere nelle mani di sfacciati ciarlatani. Rubini calca la scena non da comico ma da uomo che con raffinata autoironia ride e lascia ridere delle sue disgrazie. Tutta la pièce, infatti, oltre ad essere deliziosa e divertente, desidera essere una metafora della nostra personale “ristrutturazione” umana dopo il lungo periodo di pandemia che tanto ci ha legati forzatamente alle nostre abitazioni, facendocene scoprire, spesso per la prima volta, pregi e difetti. C'è chi ha iniziato a prendersene più cura o chi se n'è fatto fagocitare. La ristrutturazione non è mai cosa facile, per tutti è un incubo di calcinacci, polvere e rumore, ma poi tutto scompare e quello che resta è qualcosa di più pulito e giusto per noi. O almeno così dovrebbe essere. Anche il governo, come ci ricorda Rubini, offre un “bonus ristrutturazione” come strumento di sostegno per aiutarci dopo un momento difficile. Ristrutturare ogni tanto è necessario, approfittando soprattutto dei momenti più duri. Ricostruirci nel profondo per apprezzare meglio ciò che ci circonda, anche il nostro nido, sia esso un sottoscala, ribattezzato “Il pozzo”, o uno sgabuzzino con terrazza, o ancora un bellissimo appartamento in centro. La scenografia riprende l'ambientazione di un cantiere edile, con secchi di pittura abbandonati qui e là, pennelli, fogli di giornale e coperture di plastica, accurata visione del caos che si crea fuori e dentro di noi quando in casa è in corso una ristrutturazione. Rubini non è da solo in scena, con lui ci sono i “Musica da Ripostiglio” (Luca Pirozzi chitarra e voce, Luca Giacomelli chitarra, Raffaele Toninelli contrabbasso, Emanuele Pellegrini batteria e percussioni), un gruppo musicale pop-swing le cui musiche fanno da contrappunto alla pièce con la loro trascinante allegria. I “Musica da Ripostiglio” non sono nuovi alla collaborazione con attori e registi del panorama teatrale italiano e il loro tratto distintivo è diventato proprio questa peculiarità che li divide tra performance teatrale e il loro lato cantautorale. In chiusura dello spettacolo, Rubini rende omaggio alle sue origini pugliesi, alle quali è notoriamente molto legato, cantando la poesia di un poeta vernacolare di Grumo Appula. Le liriche, composte in dialetto arcaico, sono state arrangiate in una chiave folk-rock che farebbe venir voglia di alzarsi dalle poltrone e ballare. Di sicuro la soddisfazione più grande per l'artista, è ritrovarsi di fronte una platea stracolma e ascoltare le risate scroscianti di un pubblico entusiasta che ride con lui della tragicommedia della vita. “Ristrutturazione” con la sua ironia poetica, sprona verso la ricerca di un rinnovato senso di equilibrio dopo la terribile disavventura di questi ultimi due anni, perché non è mai troppo tardi per provare a “ristrutturare” al meglio la nostra identità.
Susy Suarez
SERGIO RUBINI IN
RISTRUTTURAZIONE
ovvero disavventure casalinghe raccontate da Sergio Rubini
scritto da Sergio Rubini e Carla Cavalluzzi
musiche eseguite dal vivo da Musica da Ripostiglio
Luca Pirozzi chitarra e voce
Luca Giacomelli chitarra
Raffaele Toninelli contrabbasso
Emanuele Pellegrini batteria
regia Sergio Rubini
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